(Il Messaggero - A.Angeloni)Poteva essere il futuro, ora è il passato. Lunedì sarà il presente, da vivere come semplice avversario. Max Allegri sta lì, a Milano, con i suoi rimpianti, ameno 19 da quella che poteva essere la sua squadra. La Roma gli piaceva, alla Roma piaceva lui, da ormai più di un anno di abboccamenti, guidati da Fredric Massara, braccio destro di Sabatini e amico di Max dai tempi del Pescara. Il tutto sembrava indirizzarsi verso il lieto fine ma poi quel matrimonio (l’ennesimo per Allegri...)nons’è potuto/dovuto fare, per tutta una serie di motivi: economici, di opportunità, di convenienze dirigenziali. Questioni di soldi e buonuscite, mai prese in considerazione dal Milan insieme con le dimissioni; la Roma aveva fretta di chiudere e lui tentennava; Galliani non voleva liberare Allegri e soprattutto non poteva mettersi in casa uno come Seedorf, che avrebbe sancito la sua sconfitta con qualche mese di anticipo e in più chiedeva una barca di soldi. Ecco che il tira e molla è finito con l’ognuno a casa sua: Allegri è rimasto a Milano, sapendo che sarebbe andato incontro a una stagione difficoltosa, la Roma ha virato su Garcia, contestualmente contattato (insieme con Blanc e Mazzarri), e che ha mostrato subito entusiasmo, a differenza di due anni prima quando, contattato da Sabatini, aveva risposto no grazie, preferendo restare a Lille e godersi l’avventura in Champions.
rassegna stampa
Roma, ora si sta Allegri
(Il Messaggero – A.Angeloni) Poteva essere il futuro, ora è il passato. Lunedì sarà il presente, da vivere come semplice avversario.
UNITÀ DI INTENTI Allegri aveva capito che il suo ciclo al Milan era finito (così come Mazzarri, che però ha preferito i soldi, tanti di più, di Moratti), nonostante il contratto ancora in essere e aveva detto subito sì ai giallorossi. Incontri segreti, a Milano e Roma, più di una conference call tra dirigenti giallorossi, lui e il suo avvocato. Tutto sancito, quattro anni di contratto a una cifra che si aggirava intorno ai tre milioni di euro.Soddisfattoperladurata,per il progetto e per l’aspetto economico (e la buonuscita dal Milan sarebbe diventataundettaglio). Allegri aveva sposato in pieno anche il mercato: Benatia era arrivato e Maxaveva dato il suo gradimento; Strootman lo avrebbe voluto addirittura al Milan, tanto per fare due esempio. Anche Ljajic gli era stato nominato, ovviamente ha detto sì, perché pure Adem era in orbita Milan (poi la situazione per il calciatore della Fiorentina si è sbloccata solo a finemercato).La cessione di Lamela non era stata ancora preventivata, mentre Ljajic doveva andare a sostituire il partente (quello sì, Allegri non avrebbe potuto farci niente) Osvaldo. In quella fase, contestualmente a certe altre cessioni, si era parlato pure di El Shaarawy, che proprio Allegri ha valorizzato al Milan. Tutto era incastratoadovere,laRomaaveva trovato l’allenatore ancor primadi perdere la finale con la Lazio. Ma dopo quel 26 maggio i tempi si sono allungati e la Roma ha cominciato amettere fretta all’allenatore livornese, che non aveva risolto i suoiproblemi alMilan.Nondipendevasolodalui e alla fine ciha pensato Galliania stoppare ogni trattativa.
PER FORTUNA C’È RUDI Quel contratto firmato è rimasto nelle mani dei dirigenti giallorossi. Ma non vale nulla. A Trigoria, per come stanno andando le cose, non hanno alcun rimpianto. Tra l’altro Sabatini è daunpo’ che inseguiva Garcia. Finito il balletto di Arcore, con la cena tra Berlusconi, Galliani e Allegri e la conferma ufficiale del tecnico sulla panchina rossonera, Sabatini ha chiamato Rudi, in quel momento in vacanza con la famiglia. Convocazione immediata a Milano: un dialogo breveeintenso. Garciahadettosubito sì. Il mercato in entrata e in uscita era più o meno lo stesso, Rudi ha aggiunto solo Gervinho. La classica storia che è finita con un (non) tutti vissero felici e contenti. E lunedìAllegri ridiventailnemico. Alessandro Angeloni
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