rassegna stampa

Roma, l’incasso è dimezzato

LaPresse

Gli aggiustamenti tattici di Fonseca migliorano la fase difensiva media di 1 gol subito a partita e non più 2 come ad inizio stagione

Redazione

È anche questione di interpreti e, in questo senso, l'impatto di Smalling, rinforzo piazzato al centro del settore più discusso della Roma, è stato sicuramente decisivo per la fase difensiva, scrive Ugo Trani su Il Messaggero.

Ma bisogna pure evidenziare come gli altri reparti abbiano cominciato a lavorare in funzione della linea arretrata, rendendola meno vulnerabile. Il 1° clean sheet in campionato, domenica pomeriggio allo stadio Via del Mare, dà ragione a Fonseca che, dopo il pari pericoloso nel derby, ha studiato qualche aggiustamento per limitare i pericoli e soprattutto incassare meno gol.

Il portoghese, comunque, non ha ancora scelto il tandem di riferimento. Mancini e Smalling gli sono piaciuti contro il Lecce. Si è visto già il giusto affiatamento, nonostante fosse la loro prima volta insieme. Fazio, quindi, sa di non avere più il posto assicurato, come è successo fino allo sbarco di Smalling a Trigoria.

La Roma, nelle 7 partite stagionali, solo un'altra volta è riuscita a chiudere il match senza prendere reti: contro il Baseksehir all'Olimpico. In quella partita, il risultato è stato doppio: oltre a Pau Lopez imbattuto, pure lo scarto fin qui più largo: 4-0. I difensori schierati in mezzo, però, non sono stati gli stessi del secondo clean sheet: in Europa League, titolari Fazio (il centrale più utilizzato dall'inizio: 6 partite su 7) e Jesus. Questo sta a significare che il rendimento dei singoli dipende anche dal comportamento di squadra.

La Roma, da 5 match, non incassa gol fino all'intervallo. Conta, in questo caso, l'aspetto mentale. Perché, nel primo tempo, i giocatori di solito sono più brillanti e di conseguenza riescono a essere più attenti. La testa, dunque, per la concentrazione. Che rende più affidabile l'assetto.

I giallorossi, per la verità, hanno ultimamente perso un po' di efficacia. Ma proprio per rischiare di meno. Quando attaccano ecco il 3-2-2-3. Il tridente, da destra, è composto da Kluivert, Dzeko e Kolarov. Dietro di loro, il doppio trequartista: Pellegrini e Mkhitaryan. Ma quando si difendono, il passaggio al 4-4-2 (o addirittura al 4-1-4-1) è automatico. Kolarov torna a fare il terzino, Kluivert si sacrifica a destra.

Poi, a seconda delle azioni, Mhikitaryan chiude a sinistra o si affianca a Dzeko. E Veretout si allarga sulla fascia quando Mkhitaryan non rientra. A Cristante o Diawara tocca fare un passo indietro per schermare la linea a quattro. Mosse che hanno dimezzato il numero delle reti subite: 4 nelle prime 2 gare, 5 nelle altre 5 (media per ogni match, da 2 a 1). E con 2 clean sheet.