C’era una volta la prima Roma di Garcia dove qualsiasi tifoso poteva recitare a memoria l’undici titolare visto che non cambiava mai: De Sanctis, Maicon, Benatia, Castan, Balzaretti, Strootman, De Rossi, Pjanic, Florenzi, Totti, Gervinho. Come riportato nell'edizione odierna de "Il Messaggero", in questa stagione sono state già varate invece 18 formazioni diverse in 19 gare. Cambiamenti a volte dettati da esigenze tattiche, altre dal turnover (contro l’Atalanta, portiere incluso, nuovi tre quinti della difesa rispetto a Barcellona), altre ancora dagli infortuni e dalle squalifiche. La rosa allestita in estate appare incompleta non numericamente ma qualitativamente. Fortissima nei primi 11-13 elementi, con più di una pecca nei rincalzi. Questo almeno è il giudizio di Garcia visto che utilizza con frequenza appena 15-16 calciatori. Dunque per ovviare all’assenza di uno, a volte anziché inserire il sostituto naturale, preferisce spostarne un altro. E anziché cambiare una pedina, spesso la Roma è costretta a spostarne almeno due per far quadrare il cerchio. Via libera al tourbillon tra 4-3-3, 4-3-1-2, 4-1-4-1, 4-4-2 e 4-2-3-1. A conti fatti, in questa stagione Garcia ha schierato la stessa formazione solamente in due gare: con la Fiorentina (25 ottobre) e in casa col Leverkusen (4 novembre). E con il trittico Torino-Bate-Napoli nuovi cambi all'orizzonte.
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Roma, l’identità violata
In questa stagione Garcia ha schierato la stessa formazione solamente in due gare: con la Fiorentina (25 ottobre) e in casa col Leverkusen (4 novembre)
(S. Carina)
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