Del ko i Sofia rimane poco. O molto. Tutto dipende dalla prospettiva utilizzata, scrive Stefano Carina su Il Messaggero.
rassegna stampa
Roma, largo ai giovani
Il bilancio dopo il ko ininfluente di Sofia: promossi i primavera, bocciati i senatori
Perché se doveva servire a valutare qualche seconda linea, utile magari ad entrare nella rotazione dei titolari (il riferimento è soprattutto a Perez e Diawara) meglio voltare pagina. Se andava utilizzata per mettere minuti nelle gambe ad elementi a corto di condizione (Kumbulla e Smalling) il bicchiere inizia a riempirsi. Se doveva rappresentare una prova in ottica gennaio, le prestazioni di alcuni singoli somigliano a dei saluti anticipati (Fazio e Jesus).
Se invece era l'occasione per valutare i giovani, è una serata che al di là del ko, andrà ricordata. Perché non capita tutti i giorni che vengano schierati dal primo minuto 4 giocatori nati dopo il 2000 e che un altro, classe 2002, subentri nella ripresa. Contro il Cska è accaduto: Boer in porta, Kumbulla in difesa, Bamba e Milanese in mediana più Tripi nel finale (oltre a Bove e Ciervo rimasti in panchina). È chiaro che l'albanese ha un valore e un'esperienza diversa ma l'impiego dei 4 ha permesso a Fonseca di schierare l'undici più giovane (24 anni e 318 giorni) impiegato dai giallorossi nella storia della Europa League, dopo quello contro l'Aris (24 anni, 269 giorni) del settembre 2005 (5-1 all'Olimpico).
Inutile negare come questa prima parte della stagione abbia agevolato la possibilità di lanciare qualche giovane. Tuttavia già nei sedicesimi (e in campionato con una Champions da conquistare), sarà più difficile vedere giovanissimi alla ribalta. Ed è proprio in quest'ottica che la rosa va rinforzata. Alcuni elementi (Fazio, Jesus, Pastore) sembrano ormai corpi estranei al progetto. L'obiettivo del club non cambia: alleggerire il monte-ingaggi per poi investire sulle indicazioni di Fonseca. Tanto note da risultare quasi obsolete: un terzino destro, un attaccante e un centrocampista.
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