"Dobbiamo crescere ancora tanto". Di Francesco evidenzia come la Roma, nonostante la striscia dei 4 successi di fila, abbia bisogno di ottenere la continuità pure nelle prestazioni e non solo quella appena ritrovata nei risultati. scrive Ugo Trani su Il Messaggero.
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Roma, la forza inattiva
La squadra, al di là delle quattro vittorie di fila, deve ancora crescere. Intanto segna più di quella vecchia. Già sette le reti arrivate da calcio piazzato
Attenzione, organizzazione, efficacia: sono concetti su cui gli piace insistere perché spesso i suoi interpreti si bloccano in campo. Più volte, l'ultima proprio contro l'Empoli, hanno giocato mezza partita. È successo quasi sempre all'alba della stagione.
La flessione di sabato è comprensibile dopo la full immersion in 21 giorni: dal 16 settembre al 6 ottobre, 7 partite in 3 settimane. Quando le gambe non girano, possono condizionare la mente. Di Francesco ha dato la giusta importanza all'aspetto psicologico dopo il ko di Bologna, senza però mai mettere in secondo piano quello tattico. La scelta del 4-2-3-1 è stata la mossa più invasiva. Il turnover ha avuto il suo peso, come un anno fa. Nel 1° dei 4 successi di fila, il 26 settembre all'Olimpico contro il Frosinone, è sembrato addirittura esagerato: 7 novità dopo aver fatto cilecca al Dall'Ara. La rotazione extralarge, in quel caso, è stata decisiva proprio per la svolta. Tant'è vero che nel derby la Roma è stata confermata per nove undicesimi. Solo 2 interventi per battere la Lazio. Il minimo stagionale, toccato solo alla seconda giornata, sempre in casa, contro l'Atalanta.
Nelle 9 partite in cui ha voluto far girare i giocatori, in 3 ne ha cambiati 5, l'ultima volta sabato sera al Castellani, e in 2 comunque 4. Insomma, in due-terzi di questa fase iniziale della stagione, ha preferito alternare la metà (o quasi) dei calciatori di movimento. E, pur tenendosi stretta la traccia e cioè il sistema di gioco, ha fatto l'en plein: 10 formazioni diverse in 10 match, utilizzando 23 giocatori (compreso Strootman). Il turnover per chiamare in causa la rosa al completo e qualche esercitazione per avere più soluzioni in area avversaria.
Di Francesco, ripartendo dal campionato scorso (5° attacco in serie A), ha puntato sulle palle inattive, sfruttando i suoi giganti. Già 7 i gol arrivati da calcio piazzato: 6 in campionato (4 di fila) con Manolas, Fazio (2), Lorenzo Pellegrini, Kolarov e Nzonzi, e 1 in Champions con Dzeko. E 2 reti annullate: Nzonzi a San Siro contro il Milan e Fazio con il Viktoria Plzen all'Olimpico. L'opzione c'è e e si vede (leggermente, per ora): 16 gol contro i 15 dell'anno scorso in 8 giornate (e 11 marcatori, 12 con la Champions).
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