rassegna stampa

Roma, involuzione totale

Il gioco del "resto se vinco" di Spalletti non ha funzionato. I dubbi sul suo futuro trasmettono insicurezza alla squadra

Redazione

A Trigoria la preoccupazione di finire la stagione a "zero titoli" monta di partita in partita. Il campionato, con 24 punti ancora a disposizione e con la Juve avanti di 6, è in teoria sempre aperto per la Roma che insegue, come evidenzia Ugo Trani su Il Messaggero.

Stagione fallimentare nelle coppe e non in serie A, ricordando bene che, almeno a Boston, il 2° posto sarà festeggiato come un trionfo. Perché è e resterà, chissà per ancora quanto tempo, l’Obiettivo per la proprietà Usa.

Il momento della Roma è delicato. Spalletti, non ufficializzando ancora il suo futuro, trasmette incertezza. Al club e alla piazza.  La società ha capito che, per non essere incudine nel rapporto con Lucio, si deve far trovare preparata.  Giustamente sta preparando il piano B che, oltre allo sbarco (quasi) annunciato del nuovo ds Monchi, deve prevedere la nuova guida. Finora non è stata individuata. Perché Emery ancora non è sicuro di lasciare il Psg. Stessa situazione per Sarri con il Napoli e Montella con il Milan. La disponibilità l’hanno data solo Gasperini (contattato direttamente) e Mancini (pure lui sondato). Non c’è, quindi, il prescelto, solo perché i candidati principali non sono liberi.

Il nuovo tecnico lo sceglierà Baldini. In sintonia con Monchi e con la benedizione di Pallotta, come sanno bene a Trigoria. L’identikit, Emery permettendo, è abbastanza chiaro: anche il nuovo coach sarà italiano.

Il club giallorosso, riconoscendogli la professionalità e la preparazione, non ha comunque scaricato Spalletti che, in pubblico, è stato l’aziendalista perfetto. Proprio Baldini non lo ha mai abbandonato, impostandogli già il nuovo percorso professionale: triennale al Tottenham. Di sicuro, però, i dirigenti qualche riflessione l’hanno fatta. Ultimamente Lucio ha steccato. Nelle partite da dentro o fuori. Ha letto male entrambe le sfide contro la Lazio. Con formazioni sbagliate pure per lui che poi le ha riviste in corsa; con cambi sballati e in ritardo.

Improvvisamente la rosa (2° monte ingaggi in serie A) non è più "la più forte mai allenata". I ricambi, per la costruzione difettosa e parziale, non gli hanno permesso il turnover necessario per prevenire il calo psicofisico annunciato durante la full immersion. Oggi la Roma non gioca più come prima. Tatticamente disorganizzata, è stanca, disattenta e vulnerabile. Ma ancora segue il toscano.