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Non eravamo più abituati a sentir parlare in modo così schietto un allenatore. Gasperini potrà essere discusso su mille cose, non per la comunicazione. Muscolare, diretta, per certi versi anche sfacciatamente realista. Tuttavia è sempre meglio ascoltare una brutta verità che una bellissima bugia. Al tecnico sono bastati due mesi per capire dove si trova, quali sono le dinamiche interne ed esterne della Roma e a 67 anni di finire spalle al muro, dopo essersi messo in gioco lasciando Bergamo dove era secondo soltanto al sindaco, non ha la minima voglia. Ieri a ogni domanda è seguita una risposta non passibile di fraintendimento, a partire da Pellegrini: "E' evidente che la società non voglia allungargli il contratto e che lui abbia bisogno di giocare per ambire a Nazionale e suoi obiettivi. Se lui trova una situazione adeguata, per cui è contento di andar via, è contenta anche la società. Ma la situazione adeguata è faticoso trovarla". Duro, ma finalmente chiaro. Lo scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Lui vorrebbe allenare, parlare del Bologna, ma non è possibile. Appare chiaro che per Dovbyk si sia alla ricerca di una sistemazione, mentre alla domanda su Dybala si intuisce come non veda l'ora di riaverlo al 100%. Trasparenza che non difetta nemmeno sul mercato: "Mi aspettavo un mercato più dinamico. Sapevo che ci sarebbero state difficoltà fino al 30 giugno, dopo mi auguravo ci fosse più possibilità". E fa luca anche sugli obiettivi dei Friedkin: "Necessità di ringiovanire, avere giocatori non ancora del tutto affermati, con contratti sostenibili, che possano generare anche plusvalenze". C'è anche Roma-Bologna: "E' un biglietto da visita, giochiamo contro una delle migliori del campionato".
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