rassegna stampa

Roma, il quarto di umiltà

LaPresse

Ranieri crede nel piazzamento in Champions ma i giocatori devono eliminare gli egoismi e pensare solo a essere squadra

Redazione

Il raccolto del nuovo corso è ancora insufficiente: solo 7 punti in 5 partite, 7 gol fatti e 9 subiti. Ma sabato a Marassi nella partita vinta contro la Sampdoria, e sicuramente più di 3 giorni prima all'Olimpico nella sfida contro la Fiorentina, la Roma ha mostrato qualche lieve progresso, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. Non nel gioco, ma nello spirito. E quindi nel modo di stare in campo.

Il 4° posto, dopo il weekend, è lì: il Milan e l'Atalanta sono avanti di 1 punto. La corsa per la zona Champions è dunque apertissima. Il piano del tecnico, nella notte passata a Genova, ha finalmente funzionato: pericoli zero o quasi, l'unica parta di Mirante, nel 1° tempo, su conclusione di Defrel. E dalla distanza. Così, dopo 2 mesi, nessun gol subìto. Manolas e lo stesso Fazio sono sembrati più concentrati del solito, ma al tempo stesso va elogiato anche l'atteggiamento degli altri interpreti. Il 4-2-3-1 è tanto basso nel baricentro al punto di trasformarsi nell'equilibrato 4-4-1-1. Che garantisce la compattezza chiesta dall'allenatore.

Si rivedono il carattere e la personalità in gran parte dei protagonisti. E si sommano all'esperienza dei senatori, da De Rossi a Kolarov passando per Fazio, e alla sfrontatezza dei giovani, da Zaniolo a Pellegrini e da Kluivert e a Karsdorp (lesione muscolare alla coscia destra).

La Roma di Marassi è pratica e umile. Mirante ha il compito di sparare il pallone, sempre e comunque oltre la metà campo, rispettando il 1° comandamento della nuova gestione: non si gioca dal basso. Tanto c'è, in alto, Schick a controllare e smistare. Il centravanti che lavora fuori area e non dentro dove, quando è possibile, si presentano i compagni. A cominciare da Pellegrini che da seconda punta non si trova del tutto a suo agio. Non è un caso che, con questa traccia, l'ingresso di Dzeko sia diventato decisivo. Schick ha, davanti a sè, il suo punto di riferimento. E viceversa. Dzeko è attaccante e Pellegrini no, c'è poco da capire. I giallorossi a Marassi hanno colpito unendo il passato al presente, su calcio da fermo: 21 reti da palla inattiva. Nessuno in serie A ne ha segnate di più.