Roma, il futuro è adesso

Un obiettivo, il piazzamento Champions, se n'è andato quando ancora indossavamo giubbotti leggeri e a volte addirittura le maniche corte; un altro, la Coppa Italia, ci ha salutati l'altra sera nel freddo umido di San Siro. Che resta di questo anno? L'Europa League. Che come sappiamo passa da un non scontato playoff contro il Porto. E in campionato passa dalle prossime due partite per capire se almeno il treno della stessa Europa League possa essere preso in corsa. Tre trasferte, e ci risiamo, per poi l'idea, la speranza di poter salire ancora considerando che il calendario in campionato un po' sorriderà con le partite contro Monza, Como, Empoli, Cagliari e Lecce. Come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, l'arrivo di Rensch dall'Ajax, di Salah-Eddine dal Twente e di Gourna-Douath, ci fanno pensare che si sia pensato più al futuro che non al presente. Per chi si sta costruendo la squadra? Non per Ranieri. Per Farioli? Per due evergreen come Ancelotti o Allegri? Sir Claudio confida che se ne parlerà a fine stagione. E a fine stagione ci sarà la resa dei conti. L'altra missione di Ranieri è proprio quella di vedere e mostrare gli attuali nuovi arrivi. Farli giocare, studiarli, capire se possano dare solo una mano o se potranno fare la differenza. Paredes è rimasto e si vedrà rinnovare il contratto di un altro anno; da Cristante a Celik, da Pellegrini a Saud, sono più o meno sotto esame, nonostante un accordo con la Roma ce l'abbiano già in essere: Hummels è più fuori che dentro. In attacco c'è il pienone, dal Dybala rinnovato al Dovbyk che va rinforzato e sostenuto, fino ad ElSha che ha il contratto in scadenza, più Baldanzi e Soulé, che si pestano un po' i piedi. E poi c'è Shomurodov, che è rimasto per mancanza di nuovi arrivi in quel ruolo. La Roma ha scelto di continuare con lui perché in questa finestra di mercato non si poteva spendere. Ranieri, con Ghisolfi e magari con un nuovo Ceo, avranno molto di lavorare, facendo i soliti conti coi soldi e con la Uefa. In più Sir Claudio deve tenere in piedi una stagione che non è ancora finita.