rassegna stampa

Roma, Fonseca cala i suoi jolly

LaPresse

Da Zaniolo a Florenzi, fino a Mkhitaryan e Pellegrini, le nazionali restituiscono al tecnico calciatori motivati e capaci di interpretare ruoli diversi nella trequarti

Redazione

Le nazionali, capita, portano anche piacevoli novità, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Non che Paulo Fonseca non lo sapesse - dopo gli impegni europei - ha solo più certezze.

Si è visto sperimentare da Mancini, ad esempio, un Lorenzo Pellegrini in un ruolo che, con ogni probabilità, dovrà ricoprire anche nella sua Roma. Ovvero, quello di esterno alto d'attacco. Nell'Italia significa fare la punta, diciamo moderna, nella Roma il trequartista.

Roma-Sassuolo manca Under? Ok, alzi Pellegrini, il neo arrivato Mkhitaryan lo fai giocare nel suo ruolo di trequartista centrale e sposti Zaniolo a destra. E qui siamo all'altro jolly: Nicolò. Per Mancini è una mezz'ala e nel suo scacchiere va in concorrenza con uno tra Sensi, Barella o Verratti, fermo restando che Jorginho è un centrale. Nella Roma praticamente, la mezz'ala, non l'ha mai fatta: ha giocato trequartista o esterno alto nel 4-2-3-1. Se per Di Francesco era un adattato a destra, per Fonseca è quasi l'esterno ideale, perché Zaniolo interpreta il ruolo di ala da trequartista, proprio come vuole il tecnico portoghese.

Il jolly per eccellenza, nella Roma, è Florenzi, che nel suo percorso giallorosso abbiamo visto terzino destro, mezz'ala, esterno d'attacco, trequartista. Ruoli sempre ricoperti con dedizione e buoni risultati. In Nazionale, l'altra sera, ha fatto pure il terzino sinistro, mostrando le solite qualità offensive e qualche carenza in copertura. La Roma è coperta in quel ruolo (da Kolarov e Spinazzola, all'occorrenza anche Santon), ma non si sa mai. Di sicuro Alessandro è in lizza per ritagliarsi un posto come esterno alto sinistro (anche per Fonseca vale il discorso del piede invertito sugli esterni), di garciana memoria.

E' chiaro che non si vive di soli attaccanti, le squadre si fondano su equilibri e sarà decisivo in questo senso il ruolo di Veretout. Che sta per tornare e, da come ha raccontato lui stesso, è stato chiamato per fare il regista. Vicino al francese vedremo, a seconda dei casi, Cristante, Diawara e, come è avvenuto fino a ora, Pellegrini. E soprattutto da domenica in poi scopriremo una nuova Roma, completamente diversa da quella vista fin qui.