rassegna stampa

Roma a fascia scoperta

La carenza di difensori laterali è, non solo numericamente, la lacuna più evidente nella rosa

Redazione

Il problema di oggi andrà per forza risolto domani: la Roma, in questa stagione, ha perso la fascia. Cioè si è spesso ritrovata con i terzini contati. A destra più che a sinistra. Colpa di infortuni frequenti e anche permanenti, di squalifiche da mettere in preventivo e di investimenti tutt’altro che mirati sul mercato estivo. Garcia, non avendo mai modificato tatticamente il reparto arretrato (linea a 4, sempre e comunque), ha dovuto scegliere soluzioni, in partenza e in corsa, d’emergenza. Da verificare anche prima di mettersi in viaggio per Torino, perché domenica, contro i granata di Ventura, mancherà Torosidis, fermato per 1 turno dal giudice sportivo. La carenza di difensori laterali è, non solo numericamente, la lacuna più evidente nella rosa. Anche più dell’assenza del finalizzatore principe: in 41 gare (29 di campionato, 6 di Champions, 4 di Europa League e 2 di Coppa Italia) nessun giallorosso è ancora arrivato in doppia cifra.

MOSSA QUASI SCONTATA -  Florenzi è il candidato forte della fascia destra. Esterno basso, però, nonostante sia stato efficace da ala, sulla stessa corsia, sabato contro il Napoli. Con l’assist per il gol vittoria di Pjanic e con il sacrificio per l’equilibrio ritrovato della squadra. Sabatini, alla fine della sessione invernale di mercato, ha battezzato l’azzurro, indicandolo come prima alternativa proprio a Torosidis e quindi rinviando a giugno l’acquisto del nuovo titolare per il ruolo scoperto (il ds ha scartato Santon perché preferisce stare a sinistra più che a destra). Garcia, nelle ultime due gare contro il Cesena e il Napoli (sempre nel finale, però), ha chiamato in causa Yanga Mbiwa, riportandolo nella posizione in cui giocò nel Montpellier. Fece lo stesso l’anno scorso, proprio nel girone di ritorno, spostando a sinistra il centrale Romagnoli: fuori per infortunio il punto fermo Balzaretti, bocciò il fragile Dodò, poi ceduto all’Inter. Ora la situazione è addirittura peggiorata. Perché Maicon da due mesi è uscito di scena: la sua ultima partita in Coppa Italia, il 3 febbraio contro la Fiorentina in Coppa Italia, restando invece in panchina l’8 febbraio a Cagliari. Mai più visto, per colpa del ginocchio che lo ha costretto a viaggi frequenti (terapie conservative a Barcellona dal professor Cugat, esperto di fattori della crescita) e sedute personalizzate (in fisioterapia, palestra e campo). Nessuno ha certezze sul suo rientro (annunciato ufficiosamente più volte). Perché dopo qualche giorno di lavoro con il gruppo, il dolore è sempre ricomparso. Maicon, dopo il mondiale, ha rinnovato per la prossima stagione. L’accordo, però, è in bilico: possibile separazione consensuale con buonuscita (è già successo con Juan e Pizarro), anche perché il terzino non esclude di operarsi. A destra potrebbe giocare anche Balzaretti, tornato in panchina con il Napoli (e in campo per un tempo con la Primavera) dopo 18 mesi di stop. Non è ancora pronto, però. Chissà se farà in tempo per le ultime partite del torneo. E’ guarito, ma Garcia preferisce aspettare. Per non rischiare.

SENZA SCELTA -  Pure a sinistra c’è il vuoto o quasi. Può darsi che un giorno vedremo Florenzi pure su quel lato. Anche perché sabato scorso, quando è uscito Holebas (non al top) per Yanga Mbiwa , a sinistra è finito Torosidis. Che, però, a Torino non ci sarà. Cole da un mese non è stato preso più in cosiderazione: scelta tecnica. Come Maicon ha saltato le 4 gare di Europa League (3 in panchina e 1 in tribuna): la sua ultima partita in campionato ,l’8 marzo contro il Chievo. Se per la difesa le opzioni restano poche (e nemmeno buone), aumentano per il centrocampo e l’attacco: recuperati Uçan e Totti. E Castan è tornato in gruppo, per partecipare all’addestramento dedicato soprattutto alla fase difensiva.