Il report ieri su Dybala è la fotografia dei suoi 2 anni romani: “il calciatore si è parzialmente allenato con il gruppo”. Un avverbio quantomai esaustivo. Perché parlare di Paulo a livello tecnico, di classe, di qualità, di incidenza sulla squadra (basti pensare che senza di lui la Roma ha vinto in stagione solo 7 gare) è superfluo.
Il Messaggero
Roma e Dybala: il futuro è un’incognita
Come Dybala in serie A, non ce ne sono o si contano sulla punta delle dita, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. È Joya nella sua unicità ma gioia per chi lo guarda giocare. E allora i discorsi cambiano. Perché una stagione tra campionato e coppe contempla ormai 50-55 partite per un totale di 4500/5000 minuti. E qui i conti non tornano. Per la precisione: ad Empoli, ultima di campionato tra una decina di giorni, la Roma chiuderà un ciclo di 107 partite (tolte le amichevoli) negli ultimi due anni. Moltiplicato per 90 (minuti), escludendo quindi i recuperi, il totale fa 9630. Paulo, tra invenzioni, gol (34, di cui 14 su rigore) e assist (18) ne ha giocati 5057, ossia il 52%. Tradotto: il fuoriclasse della Roma, quello che cambia il volto della squadra quando c'è o non c'è, gioca una partita su due. E spesso, suo malgrado, manca nei momenti topici (quest'anno nelle due gare fondamentali di Leverkusen e Bergamo). Quello che sorprende è come i numeri vadano a braccetto nelle due stagioni romane: in campionato (1859 minuti attuali a 1748), in Europa League (607 a 666), in coppa Italia (89 a 88) e, limitandosi alla serie A nella media dei gol: una rete ogni 143 minuti in questa stagione, una ogni 146 in quella passata.
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