rassegna stampa

Roma, Dzeko e ritorno

LaPresse

Edin in carriera ha sempre dato il meglio dopo il giro di boa: dal Torino ripartirà la caccia ai gol Champions

Redazione

A dir poco bizzarro, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Da un lato sedici giocatori già a segno in campionato, quarto attacco del torneo (34 reti) e migliore reparto offensivo (24 centri) nelle gare casalinghe (un gol ogni 34 minuti) della serie A. Dall'altro Dzeko fermo a quota 2. Sì, proprio Edin, l'uomo dei 29 gol un paio di stagioni fa, il centravanti della cavalcata in Champions lo scorso anno, il miglior marcatore di tutti i tempi della Bosnia (54 reti in 97 presenze), l'attaccante capace di segnare la bellezza di 307 volte (187 nei campionati, 21 nelle coppe nazionali, 45 nelle coppe internazionali e appunto 54 con la nazionale) in carriera.

Eppure di Dzeko non si può fare a meno. S'è visto a Parma: con lui la squadra gioca meglio. È chiaro che nella rincorsa al quarto posto non può bastare. Servono i suoi gol. A far sperare Di Francesco in un pronto riscatto, ci sono i numeri della sua carriera che raccontano di un attaccante che ha (quasi) sempre dato il meglio di sé nella seconda parte del campionato: dei 185 gol realizzati in totale (non vengono conteggiati nel computo i due segnati in questa stagione, mancando il riscontro dopo il giro di boa, ndc) l'attaccante bosniaco (che ieri ha incontrato gli studenti dell'istituto Galilei) ne ha segnati 103 nei gironi di ritorno dei rispettivi tornei nei quali militato. Ossia, quasi il 56%. Dzeko è rientrato dal primo minuto nell'ultima gara di campionato prima della sosta.

La volontà di restare, respingendo le lusinghe del Chelsea, ha contribuito a farlo entrare ancor di più nel cuore dei tifosi. Oggi il bosniaco è a 18 mesi dalla scadenza del suo accordo con la Roma e vanta il contratto più oneroso della rosa. In estate più volte si era ipotizzato ad un prolungamento con la Roma. Ipotesi che non ha trovato seguito.

Il bosniaco il 17 marzo compie 33 anni e vuole capire che intenzioni ha la società. Non può essere chiaramente il giovanissimo svedese Joel Persson, classe 2003 - pronto a firmare nei prossimi giorni un contratto con le giovanili giallorosse al compimento dei 16 anni - il suo erede. E si fa fatica ad inquadrarlo anche in Schick che non ha regalato le risposte che ci si attendeva. Della serie: o si continua con Dzeko oppure la Roma volterà pagina.