Vittoria sporca, ma comunque bella. Di Francesco l'ha pensata così, da sabato. E la Roma lo ha accontentato, come scrive Ugo Trani su Il Messaggero, battendo il Torino con l'unico vero tiro in porta: 1 a 0. Kolarov ha arrotato il sinistro e ha fatto centro.
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Roma, ci pensa Kolarov
Una punizione del serbo consente alla Roma di vincere in casa del Torino: undicesimo successo di fila in trasferta, record
In campionato, almeno quando va in trasferta, la Roma sa solo vincere. Sono 4 i successi esterni in 4 viaggi. E diventano 11, se si contano anche i 7 del torneo passato: è record, come quello dell'Inter di Mancini nella stagione 2006-2007. A Firenze, il 5 novembre, c'è la possibilità di migliorarlo.
Di Francesco, mostrandosi coerente, non cambia il metodo per prevenire le fatiche scontate degli impegni ravvicinati. E anche contro il Torino cambia 5 giocatori. Il turnover, insomma, fa ormai parte della vita quotidiana del gruppo. Coinvolge i calciatori e distribuisce gli sforzi. Nessuno può essere scontento e soprattutto stanco, anche se Kolarov e Dzeko, con Alisson, sono sempre partititi dall'inizio in queste 11 partite (8 di campionato e 3 di coppa). A rischio, per dirla tutta, c'è però l'identità della Roma. Perché l'allenatore, quando propone 5 innesti, interviene su mezza squadra. E, analizzando il primo tempo, è evidente che la nuova rivoluzione non garantisca la solita efficacia.
Ma più che gli interpreti diversi, è la mancanza di ritmo a incidere sulla prova dei giallorossi. La strada, comunque, porta al futuro. La novità del pomeriggio è Moreno, al debutto da titolare. Nella ripresa il ritmo è più alto e Nainggolan un altro. Strootman ignora El Shaarawy e fa arrabbiare Dzeko, in campo per sua scelta dopo la notte in bianco. Quando entra Under per Pellegrini e Nainggolan torna a centrocampo, la Roma va a vincere la partita. Con un centrocampista in meno e un attaccante in più.
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