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Sta diventando una fastidiosa consuetudine. Un gol, nada mas. Come se davanti ad un banchetto, ci si fermasse all'antipasto. Che a volte sazia ma spesso e volentieri non basta. Perché il golletto può essere sufficiente contro Venezia, Empoli, Parma, Cagliari e Lecce, visto che poi la porta in qualche modo rimane inviolata. Ma negli scontri diretti (tallone d'Achille da tempo: ad oggi successo soltanto contro la Lazio), subire una rete può capitare. E la Roma, se accade, non ha poi la forza di segnarne un'altra. Con 46 gol all'attivo, la Roma ha il peggior attacco tra le prime 9 in classifica. E la quinta difesa (35) non può bastare per sognare la Champions. Segna con il contagocce, ha una percentuale di realizzazione dell'8,2%. Tra le big solo il Milan fa peggio (7,4%). E a memoria - sottolinea Stefano Carina su 'Il Messaggero' - si fatica a ricordare un attaccante decisivo in un big match. E per decisivo, s'intende il gol da 3 punti. Bisogna quindi tornare indietro addirittura al 15 gennaio 2023, se si considera la Fiorentina una big (Dybala). Altrimenti bisogna riavvolgere il nastro fino al gol del marzo '22 di Abraham al derby (Lukaku lo scorso anno contro il Napoli segnò al 98' il 2-0). Senza Dybala, forse la soluzione più semplice, potrebbe diventare quella di affiancare Shomurodov a Dovbyk. I due, quando giocano uno al fianco dell'altro, sembrano completarsi. Dati alla mano, i due attaccanti hanno giocato insieme 154 minuti con Empoli, Monza, Bologna, Udinese, Napoli, Lecce e Juventus. Oltre ai 7 punti conquistati sul campo, vanno aggiunte 2 reti per Artem e altrettante per Eldor. Tradotto: un gol ogni 138 minuti.
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