Seydou Keita è ufficialmente un giocatore della Roma. Ieri il maliano (con passaporto francese) è sbarcato a Fiumicino nel primo pomeriggio. Poco incline ai sorrisi, non ha rilasciato dichiarazioni preferendo infilarsi subito nell’automobile che lo attendeva fuori dall’aeroporto. Accompagnato dal suo agente Boisseau (lo stesso di Garcia e Gervinho), è arrivato al centro sportivo Fulvio Bernardini intorno alle ore 14,30.
rassegna stampa
Roma, c’è la firma di Keita
Il mercato della Roma ha preso il via con l'arrivo del centrocampista maliano. Ora gli altri obiettivi principali sono un attaccante esterno e un terzino sinistro.
Ha pranzato con il d.g. Baldissoni e il d.s. Sabatini, incrociato per un saluto fugace il futuro compagno di squadra Balzaretti, firmato il contratto che lo lega per un anno alla Roma (c’è però un accordo sulla parola per rivedersi al termine della stagione e prolungarlo eventualmente di altri dodici mesi) e poi, prima di ripartire, ha rilasciato un’intervista al canale tematico del club, dimostrando di avere le idee molto chiare: «Ho scelto la Roma perché è un grande club. Sono circa tre mesi che mi è stata prospettata questa ipotesi, ho avuto il tempo di riflettere bene e ora sono contento. La società ha grandi ambizioni, come me, il che significa voler vincere trofei e per questo sono qui».
Che sia un vincente è la carriera a testimoniarlo. In 4 anni con il Barcellona ha portato a casa 14 trofei sui 19 disponibili, tra cui due Champions, altrettante supercoppe europee e mondiali per club, tre scudetti e due coppe di Spagna. Non sembra un caso, quindi, che ad ogni risposta inserisca sempre il verbo “vincere”: «È vero, ho vinto tanto con il Barcellona, ma ho ancora voglia di vincere trofei e per questo sono qui. La Roma ha disputato una grande stagione lo scorso anno, arrivando seconda. Non si finisce per caso in quella posizione. Ci sono delle individualità fortissime come Totti e Gervinho. Giocheremo la Champions oltre che il campionato e la coppa Italia: spero di avere ancora l’opportunità di vincere qualcosa. Cosa posso dare? Cercherò di portare la mia esperienza, anche se ci sono già giocatori con tanta esperienza alle spalle. Darò il mio contributo combattendo in campo, facendo assist e cercando di segnare qualche gol. Sempre con la speranza di vincere».
PER LA FASCIA SPUNTA DONATI Intanto ieri Trigoria ha ricevuto la visita di tre grandi ex calciatori: Rudi Voeller (attuale d.s. del Bayer Leverkusen), George Hagi (presidente-proprietario del Viitorul) e Aldair. In ottica mercato molto interessante il vis a vis tra l’ex centravanti romanista e il d.s. Sabatini. Oltre che per formalizzare il passaggio in prestito di Jedvaj al club tedesco, le parti hanno parlato a lungo del terzino destro Giulio Donati, ex under 21 italiano (un passato nelle giovanili dell’Inter) che in questa stagione si è ritagliato uno spazio importante in Bundesliga con 23 presenze (oltre alle 6 in Champions). Il profilo del calciatore (classe ’90) piace molto alla Roma che per averlo, oltre al prestito di Jedvaj, inserirebbe una contropartita economica ancora da stabilire. L’arrivo di Donati – che diventerebbe dunque il vice Maicon – potrebbe preludere alla partenza di Torosodis, finito nel mirino del Torino (in ottica Cerci, ndc). Società granata interessata allo svincolato Taddei che ha un’offerta anche dal Genoa.
Altro nome monitorato da Sabatini è quello di Romulo (Verona) molto apprezzato per la sua adattabilità a ricoprire diversi ruoli. Sempre in tema-terzini buone notizie da Dodò: i nuovi esami hanno escluso l’intervento chirurgico. Tornando a Trigoria, Aldair ha proposto diversi giovani brasiliani mentre il colloquio con Hagi ha avuto come obiettivo l’acquisizione del giovane Balasa (classe ’95, arrivato in prestito la scorsa estate dal Viitorul e aggregato alla Primavera di De Rossi senior) e un pour parler sulla situazione del figlio Ianis, 16enne di gran talento, cercato già da mezza Europa.
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