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Roma, alza il muro

Roma, alza il muro - immagine 1
È chiaro che il reparto difensivo giallorosso, domenica sera all'Olimpico, sarà chiamato agli straordinari

Redazione

È la domanda delle cento pistole. Ce la farà la Roma a frenare il ciclone Napoli? Scrive Stefano Carina su Il Messaggero. E soprattutto: riuscirà il muro difensivo giallo- rosso ad arginare la straripante esuberanza dell’attacco partenopeo che sinora, tra campionato e coppe, ha segnato la bellezza di 42 reti in 14 partite mandando in gol 15 calciatori diversi (Kvaratskhelia 7, Raspadori 5, Zielinski, Politano, Osimhen e Simeone 4, Anguissa e Lozano 3, Kim 2, Di Lorenzo, Lobotka, Olivera, Ndombele, Elmas e Juan Jesus 1)? Guai a farsi sentire da Arrigo Sacchi che da anni spiega come nel calcio si difenda e si attacchi in 11. Ma semplificando i concetti, è chiaro che il reparto difensivo giallorosso, domenica sera, sarà chiamato agli straordinari.

È soprattutto la catena di sinistra del Napoli che incute timore. Mario Rui-Zielinski-Kvaratskhelia è il motore che accende le speranze e i sogni dei tifosi azzurri. Da quel lato, Mourinho - se, come sembra, dovesse confermare il 3-5-2 potrà opporre Mancini, Karsdorp più la mezzala destra che ad oggi, vede Matic e Camara contendersi una maglia. La mossa del guineano avrebbe una duplice motivazione: 1) Mady potrebbe essere utilizzato per andare a disturbare in pressing il palleggio del metronomo Lobotka 2). All’occorrenza potrebbe raddoppiare sullo spauracchio georgiano. Quale sia la scelta, fondamentale sarà il lavoro di Mancini e di chi sarà schierato a destra tra Zalewski e Karsdorp (da quanto trapelava ieri da Trigoria, l’olandese non sembra avere più di un tempo nelle gambe). Perché se Kvara parte, nell’uno contro uno è imprendibile. Allora va arginato prima, bene o male come fece Italiano in Fiorentina-Napoli a fine agosto, puntando su marcature ad uomo in tutte le zone del campo. In mediana schierandosi tre contro tre e dietro con i due centrali difensivi, Milenkovic e Martínez Quarta, pronti continuamente ad accorciare in avanti spezzando la linea per togliere profondità a Osimhen, Lozano e Kvaratskhelia (con Dodò in raddoppio sul georgiano). Rischioso, certamente, ma l’unico modo per arginarlo. E non sembra un caso, quindi, che quella sia stata l’unica partita stagionale nella quale l’attacco partenopeo è rimasto a secco (0-0).