Europa League, stadio e cessione societaria: agosto, appena iniziato, è/sarà il mese della Roma. Apparentemente scollegate, le tre partite portate avanti da Pallotta hanno un unico comune denominatore: la cessione del club. Come riporta Stefano Carina su Il Messaggero, la questione legata a Tor di Valle è il crocevia per riportare il valore del club alle quotazioni pre-Covid 19. In poco tempo, infatti, si è passati dai 704 milioni offerti da Friedkin il 28 dicembre ai 575 dei mesi successivi, comprensivi di 85 milioni da destinare all’aumento di capitale del club.
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Roma, Al-Baker allo scoperto sfida Friedkin
Il kuwaitiano annuncia di aver presentato un’offerta e di attendere una risposta da Pallotta entro dieci giorni
Fahad Al-Baker, uomo d’affari del Kuwait non legato al fondo sovrano, domenica ha annunciato di aver presentato un’offerta via Twitter, alla quale Pallotta ha risposto con ironia, screditandola in partenza ("Io non ho ricevuto nulla, è un tweet esilarante. Ma chi è? Non è che hanno sbagliato Pallotta?"). Ieri il bis, intervenendo in diretta a Atv Kuwait, televisione del Paese sul Golfo Persico: "Nella precedente intervista ho detto che avremmo presentato un’offerta ufficiale per un club italiano. Grazie a Dio, due giorni fa lo abbiamo fatto. È per la Roma e speriamo possa essere accettata. Parole che hanno acceso i fari della Consob.
Friedkin a differenza dell’imprenditore kuwaitiano, rimane in silenzio. Mai una parola, un sussurro, una linea guida off record lanciata ai media in questi lunghissimi mesi di trattativa. Nemmeno una replica quando Pallotta, in stile poco british, lo ha stuzzicato definendo la sua offerta "non accettabile". Friedkin infatti è convinto di essere in pole. Per garanzie, modalità e quantum, la sua offerta - benché non piaccia a Pallotta - resta la più credibile. E ha quindi adottato la tattica attendista, consapevole di alcune scadenze alle quali il presidente giallorosso deve far fronte.
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