"Sono tornato a casa", ha fatto subito sapere Claudio Ranieri appena sbarcato a Ciampino. Ma chi glielo ha fatto fare, s'è subito pensato, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.
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Ranieri, un uomo chiamato Roma
Il tecnico: "Era impossibile dire di no, non ci ho dormito". Se arriverà tra le prime quattro si guadagnerà il rinnovo (difficile), oppure un ruolo in società
Perché uno come lui, già protagonista nel biennio 2009-2011 sulla panchina giallorossa (sfiorando lo scudetto e fallendo la finale di Coppa Italia contro l'Inter del triplete), uno che ha vinto e guadagnato bene ovunque, si è preso l'onere di condurre la Roma in questa mini avventura? Semplice: "Quando la Roma ti chiama è impossibile dirle di no, non ci ho dormito". Ecco, appunto.
Uno come lui alla Roma non dice no, pur sapendo che questo amore di ritorno durerà solo tre mesi: contratto da un milione (lordo) all'incirca. Magari non sarà solo fino a giugno, Claudio arriverà tra le prime quattro e si guadagnerà il rinnovo (difficile), oppure un ruolo in società (probabile).
"Claudio non è solo un tifoso della Roma, - ha detto Totti - ma è uno degli allenatori più esperti nel mondo del calcio, abbiamo bisogno di mani esperte". Ranieri, all'arrivo, è passato a casa, il tempo di un bicchier d'acqua e subito a Trigoria, lì ha avuto inizio ufficialmente la sua avventura bis con la Roma. Firma del contratto, stretta di mano con i dirigenti, l'ad Guido Fienga e poi l'incontro con il vice presidente Mauro Baldissoni, poi la passerella negli spogliatoi e in infermeria (ahilui, piena), dove ha incontrato calciatori e vecchi amici, tipo Vito Scala.
Si è portato Paolo Cornacchia come match analyst e Paolo Benetti come vice, e durante l'allenamento ha tirato fuori la sua dote da motivatore. Nel frattempo il presidente Pallotta da Boston ha inviato i suoi auguri. "Con Ranieri abbiamo l'obiettivo di ottenere la qualificazione in Champions. Volevamo un allenatore che fosse in grado di motivare i giocatori".
"I giocatori ora sentano la Roma, il valore della maglia, l'appartenenza alla città.- ha detto Ranieri a Roma TV - Chiedo questo per essere appagato. In dodici giornate ci giochiamo il futuro. I ragazzi sono sensibili, la gente ci stia vicino, specie nei momenti difficili. Chi soffre veramente siamo noi tifosi. Dobbiamo essere noi stessi e dare il massimo. Io pagherei per stare nella Roma, questi tutti noi dobbiamo capirlo. La Roma è sempre stata la mia vita, da giocatore, da allenatore, da tifoso. È nel mio Dna".
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