rassegna stampa

Ranieri, i fatti oltre le parole

LaPresse

Dopo le accuse di Ferrara, è pronto a rivoluzionare la Roma da Cristante a Olsen fino a Dzeko, ecco chi rischierà il posto

Redazione

Doppia rivoluzione. La prima, imminente, sul campo. L'altra, futuribile, sul mercato, scrive Stefano Carina su Il Messaggero.

Se per la seconda (aspettando di conoscere i nuovi ds e tecnico: oltre a Sarri e Gasperini, il nome nuovo è Jardim) inizia a trapelare qualcosa sui possibili obiettivi estivi - monitorati Cragno per la porta e il difensore centrale Magalhaes del Lilla - per la prima la parola passa a Ranieri. Il tecnico nel post-gara a Ferrara ha volutamente puntato sul concetto di squadra ma inevitabilmente questa passa per i singoli. E sono in molti, nei primi 180 minuti, a non averlo soddisfatto. Soprattutto a livello di personalità.

In pochi in campo azzardano la giocata, meglio nascondersi limitandosi al compitino. Anche lui, come Di Francesco, si sta scontrando con una squadra costruita male. Che sia 4-3-3, 4-2-3-1 o 4-4-2 fa poca differenza. Aspettando i rientri di De Rossi e Pellegrini (il centrocampista ha 20-30 minuti nelle gambe con il Napoli: possibile impiego a partita in corso) la mediana fa terribilmente fatica.

Nzonzi e Cristante non formano una coppia. Errori in impostazione, con nessuno dei due che accompagna l'azione come dovrebbe tantomeno copre la difesa come vorrebbe il tecnico. Il reparto arretrato è un altro punto dolente. A partire da Olsen, sul quale inizia a serpeggiare l'ombra di Mirante. Davanti a lui, la grande delusione per Ranieri è Juan Jesus. I gravi errori nelle ultime due gare, c'entrano fino ad un certo punto: il tecnico si attendeva infatti un altro atteggiamento dal punto di vista caratteriale. Karsdorp ha invece confermato l'inadeguatezza tattica già riscontrata nei suoi primi mesi romani: contro il Napoli, con il ko di Florenzi, spazio a Santon. Sperando sempre che Kolarov recuperi.

Dei due centrali, pur considerando Fazio un big, per adesso quello che lo ha convinto è Marcano. In avanti è rimasto favorevolmente sorpreso da Kluivert. L'olandese gli piace ma al pari del suo connazionale, va disciplinato tatticamente. Deluso invece da Perotti e Schick.  Il ceco (che con il rientro di Under rischia il posto: ieri per il turco via libera dopo la risonanza magnetica) merita un capitolo a parte. Nonostante gli elogi reiterati e il gol, non lo aveva convinto nemmeno contro l'Empoli. Troppo molle, avulso dal gioco, poco cattivo e reattivo. Per questo motivo, al netto dei rapporti che andranno chiariti tra Dzeko e El Shaarawy, Ranieri a Ferrara ha lasciato in campo Edin. Serve una scossa. E se questa deve arrivare con un litigio, ben venga.