Gli dicono: «Tieni duro». E lui, Paolo Berdini, risponde: «Io non mollo». O saltano le torri dell'ecomostro o si dimette. Nel M5S c'è chi parla così: «Vogliono portare Berdini a dimettersi per sostituirlo con un nome più vicino a Frongia e Raggi». In quest'ottica è girato il nome di Emanuele Montini, direttamente da Italia Nostra, già all'ufficio legislativo del gruppo M5S. Il caso dell'assessore è però congelato fino ai primi giorni di gennaio. Per ora è tregua armata. Ieri la sindaca Raggi non ha gradito l'intervista di Berdini e ha fatto trapelare l'ennesimo ultimatum nei suoi confronti: deve avere un rapporto diverso con la maggioranza, deve cambiare metodo. A microfoni accesi l'inquilina del Campidoglio ha minimizzato: «Va tutto bene e ci vedremo anche la prossima settimana per lavorare». Nel frattempo le strategie della guerra fredda continuano. Rocco Casalino, capo del verbo pentastellato, avrebbe dato ordine al Campidoglio di non far comparire più l'assessore nella comunicazione ufficiale per mandargli un segnale
rassegna stampa
Raggi-Berdini, tregua armata. Spunta il fronte pro assessore
Fino a gennaio si andrà avanti insieme. Ieri un saluto cordiale tra l'Assessore e la Sindaca che non ha però gradito la sua ultima intervista
Ieri, un po' a sorpresa, l'assessore nel mirino si è presentato alla cerimonia dell'Immacolata a piazza di Spagna insieme ai colleghi della giunta e a De Vito. Saluti e pacche sulle spalle. «Resisti».«Non mollare». Con Raggi solo un «cordiale» saluto prima che arrivasse il Papa. Finita la cerimonia Berdini se n'è andato via da solo. Stefano Fassina, da sinistra, gli ha fatto recapitare questo messaggio: «Sono con te, sì allo stadio ma no alle speculazioni edilizie». Rimane il problema politico grande come una casa, o meglio come il milione di metri cubi di Tor di Valle. «Per i grillini governare Roma è un affare correntizio, una guerra tra bande», attacca il capogruppo di FdI Fabrizio Ghera
(S. Canettieri)
© RIPRODUZIONE RISERVATA