(Il Messaggero- M.Ferretti) Ci sono mille modi, si sa, per preparare una partita, soprattutto se delicata, speciale, importante. Ad esempio, ci sono allenatori che fanno sgradevoli battute (magari chiedendo scusa il giorno dopo) sullo stato di salute degli avversari, altri che decantano in maniera esagerata il nemico per proteggersi da eventuale figuracce e altri ancora che negano la realtà, tirando in ballo storie e avvenimenti mai accaduti. Rafa Benitez, tecnico esperto, bravo e smaliziato, alla vigilia della semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Roma, ha continuato a tener vivo un argomento di facile presa (mediatica e tifoide) ma carico di contraddizioni: il primo gol di Gervinho nella sfida d’andata. Viziato, a suo dire, da una posizione irregolare dell’ivoriano su lancio di Totti. «Bisogna fare un gol legale più degli altri», ha sentenziato ieri lo spagnolo, sottolineando – per l’ennesima volta – quanto accaduto di illegale (a suo dire) all’Olimpico. Rafa se ne infischia delle immagini tv che lo smentiscono in maniera clamorosa e definitiva. Ma, evidentemente, la sua dialettica è una tattica legata alla preparazione della partita.
rassegna stampa
Rafa parte in fuorigioco
(Il Messaggero- M.Ferretti) Ci sono mille modi, si sa, per preparare una partita, soprattutto se delicata, speciale, importante. Ad esempio, ci sono allenatori che fanno sgradevoli battute (magari chiedendo scusa il giorno dopo) sullo stato di...
SALE E PEPE
Il fine giustifica i mezzi, raccontava Niccolò Machiavelli. E, con le dovute precauzioni, non sbagliava. Rafa deve essere un fedele seguace del fiorentino e, quindi, spazia dal vero al verosimile con insospettabile leggerezza. Basti ricordare che le parole di ieri hanno fatto seguito a quelle che aveva usato già nell’immediato post prima semifinale. «È chiaro. Di poco? È fuorigioco. Di poco? È fuorigioco e basta», il suo virgolettato anche dopo aver rivisto la tv. «Il primo gol era in fuorigioco e il secondo è stata un’ invenzione di Strootman», ha ribadito lo spagnolo venerdì scorso alla vigilia della partita di campionato contro il Milan. Un’ossessione, a ben vedere. Un po’ quanto sta capitando a Pepe Reina, più attento alle cose di Roma che a quelle del Napoli, tiri degli avversari compresi. Già, Reina. Lo spagnolo ha affrontato tre volte la Roma e ha beccato otto reti: tre con la maglia del Barcellona (Campions League 2001-02) e quattro in questa stagione con quella del Napoli. Invece di pensare a come si è fatto puerilmente superare da Gervinho nell’azione del primo gol (regolare) della Roma la passata settimana, Reina un paio di giorni fa se ne è uscito così in un’intervista a Marca: «Il risultato dell’andata ci mette in condizione di provarci e, visto il modo in cui sono andate le cose, potremmo riuscirci in un istante». Schermaglie dialettiche, si sa. Nulla di grave, nulle di male. Se mai, la conferma che in Casa Napoli si teme la Roma, quattro punti in più e una partita in meno in campionato. Ma questo stasera conterà poco o niente, così come non conteranno le parole. Conteranno, ha ragione Benitez, solo i gol legali, come quello di Gervinho la sera del 5 febbraio scorso.
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