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«Quello scudetto vinto in rimonta»

(Il Messaggero – U.Trani) – Per chi ha la fortuna di giocare Juventus-Roma i ricordi rimangono indelebili.

Redazione

(Il Messaggero - U.Trani)- Per chi ha la fortuna di giocare Juventus-Roma i ricordi rimangono indelebili. Sia nei successi che nelle sconfitte quella tra i bianconeri e i giallorossi è una sfida che regala gol, spettacolo e polemiche. Senza voler scomodare i centimetri di Ramon Turone, le stilettate di Dino Viola, la fuga di Fabio Capello, il rigore su Carmine Gautieri, i j’accuse zemaniani e le crociate di Franco Sensi, Juventus-Roma è sinonimo di rivalità.

E poco importa se nelle 78 sfide precedenti disputate a Torino tra i due club, il bilancio è nettamente a favore dei padroni di casa (49 a 8). Basta ricordare uno dei 21 pareggi conseguiti dalla Roma per far tornare il sorriso ad ogni tifoso giallorosso. Quel 6 maggio del 2001 è una data indelebile. Juventus e Roma finisce 2-2. Un pari in rimonta che regala lo scudetto alla squadra di Fabio Capello. In campo c’era anche Damiano Tommasi, oggi presidente dell’Aic. 

E’ lo Juventus-Roma che ricorda con più piacere?

«Nonostante ne abbia giocati tanti, probabilmente sì. Recuperammo una gara oramai persa, visto che eravamo sotto 2-0 ad un quarto d’ora dalla fine. Una grande gioia».

Il match di stasera, almeno a livello di polemiche, non sarà da meno.

«Qualsiasi Juventus-Roma è sempre particolare. Ogni volta c’è una grandissima adrenalina dentro e fuori dal campo, prima e dopo la partita. Spero solamente che lo spettacolo possa ricalcare da vicino quello visto a Firenze pochi giorni fa».

Le è capitato di veder giocare la Roma in questa stagione?

«Qualche spezzone e mai una partita intera. Ci sono delle difficoltà ma erano preventivabili. La Roma ha cambiato modo di giocare, ha tanti giovani in squadra e ci vuole inevitabilmente del tempo».

Ma la rosa attuale è ad hoc per il gioco di Zeman?

«Credo di sì anche se a dir la verità mi ha sorpreso molto la partenza di Borini perché pensavo che fosse un attaccante ideale per il gioco del mister. C’è Francesco (Totti, ndc), Taddei, dal punto di vista dinamico potrebbe essere utile Perrotta anche se finora ha trovato poco spazio. Tra i giovani vedo bene Lamela ma deve entrare in sintonia con Zeman. Qualora ci riuscisse potrebbe fare cose importanti».

Questa Juventus, imbattuta da 44 gare, è un modello da seguire?

«Sì anche se non si improvvisa. Loro hanno costruito una realtà con il tempo, sfruttando anche l’opportunità che gli è capitata lo scorso anno quando senza le coppe hanno potuto allenarsi insieme e conoscersi. Lo hanno fatto bene, sono cresciuti e ora hanno la consapevolezza che possono tornare ad essere la squadra di qualche anno fa anche in Europa, dove in passato avevano la consapevolezza di poter vincere in qualsiasi competizione».

E la Roma può vincere già in questa stagione?

«Le possibilità ci sono visto che il mercato ha detto che diverse squadre non sono cresciute come avrebbero potuto».

Cosa ne pensa delle ultime polemiche nate sull’asse Zeman-mondo Juve?

«La dialettica di Zeman fa sempre discutere perché è una persona che non si tira mai indietro nel rispondere alle domande, anche a quelle trabocchetto che classicamente gli vengono poste. So come la pensa, conoscono il suo modo di affrontare il lavoro e forse sono anche condizionato dal rapporto che ho con lui. Per questo faccio fatica a giudicare».

Vista l’amicizia che vi lega si sente di dargli un consiglio?

«Non ne ha bisogno e non mi permetterei comunque».

Pronostico per stasera?

«Sono di parte, so per chi farò il tifo ma nel nuovo ruolo devo tenere un comportamento super partes».