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ROME, ITALY - JULY 11: AS Roma coach Daniele De Rossi and Sports Director Florent Ghisolfi during an AS Roma training session at Centro Sportivo Fulvio Bernardini on July 11, 2024 in Rome, Italy. (Photo by Luciano Rossi/AS Roma via Getty Images)
Il paradosso del prodigo. Pur avendo speso più di tutti sul mercato, è andata a finire che la Roma, come quegli studenti che provano a rimettersi in pari solo pochi giorni prima dell'esame, ha concluso il mercato tra affanni e imbarazzi, notti in bianco e caffè, scrive Andrea Sorrentino su Il Messaggero. Oltre che costretta ad almeno due inversioni di rotta rispetto ai piani, per via dei casi più ispiti dell'estate: Dybala e Danso. De Rossi fin da giugno aveva pensato a un 4-3-3 senza la Joya, e faceva benissimo; poi Dybala è rimasto, e visto che con lui il 4-3-3 è inattuabile, la ricerca di un difensore in più per puntellare l'assetto è stata prioritaria. Ma Danso è sfumato per i già noti motivi, e mentre la mancata cessione di Abraham peggiorava i conti, la ricerca del difensore è proseguita fino a mezzanotte. Quanta fatica. Però è anche arrivato il sospirato rinforzo a centrocampo. Koné è l'uomo di lotta, di governo e soprattutto di gamba che serviva. Il primo mercato di Ghisolfi e De Rossi, molto tendenza-Francia, sarà valutato sul campo, ma di sicuro i due hanno potuto spendere moltissimo rispetto a Pinto e a Mourinho: alla fine, tra acquisti e cessioni, bonus compresi, il saldo negativo della Roma di Friedkin è di circa 104 milioni, record in serie A. Poi le scommesse sono Dovbyk per Lukaku e il solo Shomurodov come cambio, l'incognita del giovin Soulé, il non aver puntellato e rassicurato la difesa, sulle fasce e al centro. Per tacere delle mancate cessioni di Dybala, Abraham e Smalling, altra spina dell'estate e speriamo non della stagione che verrà. Insomma, molti denari investiti ma i dubbi sul reale rafforzamento rimangono: è un paradosso anche questo.
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