(Il Messaggero) Gianmario Piscitella, con i suoi 19 anni da compiere a marzo, è il più piccolo del tridente della gioventù romanista. Vicino a lui Erik Lamela, 19 anni, e Fabio Borini 20.
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«Sognando Cristiano Ronaldo»
(Il Messaggero) Gianmario Piscitella, con i suoi 19 anni da compiere a marzo, è il più piccolo del tridente della gioventù romanista. Vicino a lui Erik Lamela, 19 anni, e Fabio Borini 20.
C’è Jovanotti nell’albergo in cui è in ritiro la squadra di Luis Enrique a Catania e il nome d’arte di Lorenzo Cherubini sembra nel destino del giovane attaccante della Primavera che al Massimino ha debuttato da titolare. «Non me l’aspettavo, quando l'allenatore me l’ha detto nella riunione tecnica ci sono rimasto. Ero contento, avevo voglia di mostrare le mie qualità. Mi sono messo al servizio della squadra, come voleva lui».
(...)«Mi piace tanto Cristiano Ronaldo. È un paragone un po’ esagerato, ma ce la metterò tutta per fare il massimo nella mia carriera». Alberto De Rossi, da Viareggio, è fiero del suo lavoro: «È una grande emozione per me. E una soddisfazione mettere i giovani a disposizione della prima squadra. È il nostro obiettivo».
Piscitella non ci credeva nel pomeriggio e forse nemmeno a fine partita: «È sempre più bello, quasi come l’esordio. Qui era difficile, il mister ci ha spiegato di partire forte. Peccato non aver vinto: noi ce l’abbiamo messa tutta, ci siamo dati tutti una mano, siamo un grande gruppo». Si è piazzato sulla fascia sinistra. «Mi ha dato quella posizione per evitare la loro densità a centrocampo. Mi ha detto di stare largo e tranquillo. Mi ha aiutato tantissimo». Diventa timido quando gli ricordano che ha spinto in panchina un campione come Bojan: «Lui è un grande giocatore, lo ha già fatto vedere. Io devo ancora dimostrare».
È comunque sempre più la Roma barcelonista, con la primavera che fa rima con cantera: «La società sta lavorando molto su questo progetto. Ci sono molti giovani affermati, Bojan, Lamela, Borini. E anche tutti noi che non stiamo stabilmente con loro ce la stiamo mettendo tutta». Non può negare quanto sia diversa una partita con la prima squadra da quelle con la Primavera: «Qui il ritmo è molto più elevato, ti raddoppiano e ti triplicano. Ho cercato di giocare di prima o a due tocchi. Ma il mister mi aveva detto di puntare l’uomo e ho provato a farlo». È un po’ triste per il risultato: «Abbiamo provato a vincere la partita, dando tanto. Il risultato non è buonissimo ma è stata una gara particolare».
Pjanic accetta il pari: «È un risultato corretto, forse abbiamo giocato meglio stavolta in mezz'ora che nei precedenti sessantacinque minuti». Il bosniaco è stato ancora protagonista: «Io sono un giocatore come tutti gli altri. Cerco di fare il massimo: Sono giovane e posso migliorare nel tempo. Mi alleno ogni settimana per questo. Qui mi trovo proprio bene». Anche Rosi è soddisfatto: «Avevamo preparato la gara proprio così, per essere aggressivi: sono stati trenta minuti di fuoco». E ringrazia l’allenatore: «Luis Enrique è un grande. A lui non importa l’età o il nome. È molto bravo a dare fiducia ai giovani».
Ha offerto la palla del match a Borini: «Fabio ha tirato bene, il portiere ha fatto un grande intervento. Ma il terzo posto è ancora possibile».
U.T.
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