Il taxi si è mosso, nella notte umida di martedì, da Piazza dei Ricci, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. A bordo Dan Friedkin che, dopo cena, è rientrato in albergo in via del Babuino, alloggio scelto di solito pure da James Pallotta nelle sue brevi e rare vacanze romane.
rassegna stampa
Primo ciak di Friedkin sulla Roma
Il californiano nella Capitale con i legali verifica di persona la situazione economica del club e prepara un'offerta di 600 milioni
Il tycoon californiano, nella Capitale da qualche giorno per prendere conoscenza di persona del pianeta Roma, segue quindi le orme in città proprio del presidente giallorosso che già nel 2018 gli propose di entrare nel club. Stessi luoghi, compreso il ristorante dietro Campo de' Fiori dove il bostoniano invitò a cena Francesco Totti per siglare, anche con qualche scatto mediaticamente mirato, una sorta di tregua che però rallentò solo di qualche mese lo strappo con l'ex capitano.
Friedkin, insomma, si è presentato a Roma. Senza nascondersi. Al ristorante è arrivato con prenotazione fatta dalla Roma. Non ha dunque dovuto spiegare chi fosse. Con lui, tre americani: un produttore cinematografico e gli altri due che, presentati come amici, lo hanno affiancato negli incontri avuti in queste ore con il management di Pallotta, sempre in contatto con il presidente che, disamorato e deluso (il nuovo stadio è ancora in bilico), aspetterà il 2020 per tornare nella Capitale.
Il blitz in Piazza de' Ricci del King dei Paparazzi ha interrotto la cena degli americani: al tavolo, su iniziativa del proprietario del ristorante, è stato accompagnato Rino Barillari. Nessun accenno, in pubblico, al calcio e Pallotta, meglio soffermarsi sulla cucina romana. E sul cinema, tra una portata e l'altra, con riferimento soprattutto al film All the Money in the World (Tutti i soldi del mondo), di cui Friedkin è stato produttore esecutivo nel 2017 con la regia di Ridley Scottche raccontò il sequestro di John Paul Getty III, il nipote del magnate del gruppo petrolifero (all'epoca l'uomo più ricco del mondo).
Presente, a un altro tavolo, anche Roberto Mancini, di rientro da Palermo. Il calcio, insomma, rimane al centro della serata. Friedkin, del resto, si è mosso per fare sul serio, intervenendo in prima persona appena ha ricevuto l'ufficialità dell'aumento capitale da 150 milioni (assemblea del 28 ottobre a Trigoria). Ha avuto colloqui con i legali italiani di Pallotta, è passato dallo studio Tonucci e ha visto i dirigenti giallorossi.
Da tempo sta visionando i documenti contabili della Roma. L'intenzione del tycoon è di entrare nel club giallorosso. Pallotta vorrebbe restare in maggioranza, ma Friedkin, durante la visita nella Capitale, ha chiesto ufficialmente la quotazione del club. Sa che la proprietà Usa pretende 1 miliardo, puntando a incassare 800 milioni (+ 80 per il nuovo stadio).
Il californiano è pronto a versarne 600 (di cui 130 su 150 per l'aumento di capitale) e non è detto che non sia già tra gli investitori che, in maggioranza americani, hanno integralmente sottoscritto il bond da 275 milioni lanciato dalla società giallorossa a fine luglio.
Friedkin ha bloccato due stanze nell'hotel in via del Babuino fino a oggi. Ma ha fatto le valigie già ieri prima di cena. Avrebbe voluto vedere la partita di domenica contro il Brescia all'Olimpico, ma da viale Tolstoj gli hanno consigliato di evitare lo stadio. Meglio rimandare le riprese. Almeno per ora.
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