(Il Messaggero - U.Trani)«Non avete domande più semplici?». Cesare Prandelli prova a scherzare anche se sa che la questione è seria e in assoluto molto delicata. Il caso De Rossi riguarda anche lui e l’Italia. Tra l’altro gli azzurri al centro del dibattito sono due: il ct della nazionale, oltre al centrocampista della Roma, è preoccupato pure per Balotelli. Due titolari in Polonia e Ucrania, due vicecampioni d’Europa, improvvisamente senza posto fisso nei loro club.
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Prandelli media «Daniele, devi seguire Zdenek»
(Il Messaggero – U.Trani) «Non avete domande più semplici?». Cesare Prandelli prova a scherzare anche se sa che la questione è seria e in assoluto molto delicata.
Prandelli ha passato una giornata nella capitale. Per gli auguri di Natale da fare personalmente in via Allegri, per incotrare i media prima di partire per la Tanzania con la famiglia. E’ legato a Daniele e Mario, per i quali in passato (anche recentemente, per il giallorosso) ha applicato il codice etico: fuori dalla lista dei convocati, proprio per dimostrare che il comportamento in campo conta più della bravura del singolo. Li considera fondamentali nelle qualificazioni mondiali, ma evita di smentire i loro allenatori. «Proprio come accade quando dice una cosa Mancini, anche se parla Zeman per noi è il Vangelo. E lo stesso vale per tutti gli allenatori. Rispetto sempre le scelte dei miei colleghi». Il cittì, insomma, si fida del boemo.
Questo, però, non sta a significare che De Rossi, se dovesse rimanere ancora in panchina con la Roma, non sarebbe più chiamato in nazionale. Quanto accade nei club, al momento, non inciderà sulle convocazioni di Prandelli. La prima del nuovo anno arriverà tra meno di due mesi, per la gara del 6 febbraio ad Amsterdam con l’Olanda. «La prossima sarà figlia delle recenti convocazioni, perché non abbiamo tempo, dopo l’ultima partita, di provare qualcosa di diverso. Comunque è già successo che abbiamo chiamato calciatori che non giocavano nelle loro squadre. E’ chiaro che viene prima chi ha continuità e condizione fisica, ma il discorso vale per tutti e non solo per Daniele». Al quale dà un consiglio semplice e affettuoso. «Sono sicuro che riuscirà a far cambiare idea a Zeman. Ce la farà a convincerlo, con il lavoro quotidiano. Dipende solo da lui. Deve sforzarsi di capire che cosa vuole da lui il suo tecnico, mettendosi a disposizione. Punto e basta. Non ci sono margini».
E’ strano per Prandelli vedere De Rossi escluso e triste. «Ho letto le dichiarazioni di Baldini che ha chiarito lo stato d’animo del giocatore. Daniele non è sereno e non è contento della situazione. Conosco il suo carattere, sa come uscirne, dimostrando il suo valore. Con la determinazione e la continuità». Sulla collocazione tattica può solo dire che cosa chiede lui a De Rossi. «Noi, dall’inizio, abbiamo puntato su centrocampisti di qualità. Zeman, invece, è straordinario nella didattica quando fa il quattro-tre-tre». Ognuno, insomma, ha la sua idea di gioco.
«Non è diversa la situazione di Balotelli. Pure Mario ha giocato ultimamente. Ma se Mancini dice che rischia di bruciarsi, gli credo. Lo vede tutti i giorni. Ed è stato lui a volerlo al City: quindi nessuno meglio di lui può aiutarlo e stimolarlo. Con noi si è sempre allenato e comportato bene, sappiamo che ha un talento straordinario. Sarebbe un peccato sprecarlo. A ventidue anni ha prospettive di carriera illimitate: è questo il messaggio che gli inviamo». «La vera sorpresa è però El Shaarawy: non per i gol e le prestazioni, ma per la forte responsabilità che si è preso, pur avendo vent’anni, in un momento delicato di un club come il Milan».
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