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Petrucci: “La Roma è in buone mani. Legge sugli stadi fondamentale per riportare i tifosi allo stadio”

Ecco uno stralcio dell’intervista del Presidente del Coni Gianni Petrucci pubblicata oggi da Il Messaggero:

Redazione

Ecco uno stralcio dell’intervista del Presidente del Coni Gianni Petrucci pubblicata oggi da Il Messaggero:

Presidente Petrucci, durante i suoi 14 anni da numero 1 del Coni il calcio, il nostro primo sport, ha dovuto vivere due scandali importanti. Con strascichi che Lei ha combattuto istituendo il tavolo della pace. Con quali risultati?

«Ha avuto successo. Non si potevano pretendere baci e abbracci ma si sono parlate persone che non lo facevano da anni. Sono ottimista».

Cosa è rimasto di calciopoli?

«Il mondo del calcio ha una tale forza interiore che riesce a superare tutto. Sono stati fatti dei processi che la giustizia ordinaria non ha ancora completamente chiuso. Il calcio non assolve tutti».

La giustizia sportiva deve essere rivista: lo ha affermato anche lei.

«Il prossimo quadriennio il Coni e le Federazioni dovranno rivisitare la giustizia sportiva. Del resto ci sono vicende come le scommesse che prima non erano ipotizzabili».

C’è la questione della responsabilità oggettiva. Da più parti si chiede che venga cancellata. Qual è il suo pensiero?

«Non si può cambiare questa norma. Potranno essere studiate delle attenuanti ma tutto questo dovrà avvenire dopo la chiusura dei processi in corso».

Per il futuro che calcio si aspetta?

«Un calcio più normale».

Intanto entrano investitori stranieri: la Roma è diventata americana. È un bene?

«Se gli stranieri investono qui, nel nostro calcio, sono contento. Pallotta l’ho conosciuto in ottobre a Milano ma credo che la Roma sia in buone mani, con dirigenti capaci come Baldini, Fenucci e Sabatini».

Sull’altra sponda romana, quella della Lazio, c’è Lotito.

«Di Lotito oggi non posso che parlare bene anche se in passato ho avuto qualche frizione con lui. Gli darei un bel voto. Lui è una bella novità del calcio italiano. Ha idee e lascerà un segno».

Spesso sentiamo presidenti che vorrebbero cambiare le regole per il semplice motivo che loro mettono i soldi sul piatto e vogliono comandare. Scelta da condividere?

«Non amo questo tipo di pensiero. Non serve pagare per scrivere le regole. Per questo auspico Leghe forti ma propositive, nel calcio ma anche nel basket».

Il calcio, ma non solo, chiede la legge sugli stadi. Quanto sarà importante?

«Sarà fondamentale per lo sport. Servirà non solo a rinnovare gli impianti, stadi e palazzetti, ma anche a riportare i tifosi sugli spalti. Guardate cosa accade a Torino con lo stadio della Juventus. Certo, la tv ti dà tutto, ma vivere l’evento allo stadio ha un altro sapore».

Roma ha l’Olimpico. Se le due squadre di calcio avessero un loro impianto, che fine farebbe?

«Alla Roma e alla Lazio ho detto che l’Olimpico è a loro disposizione, da gestire con la Coni Servizi. Ma auspico che tutte e due le società abbiamo il loro stadio. In ogni caso, il nostro impianto continuerebbe ad autofinanziarsi: c’è il rugby e ci sono tantissimi concerti, una richiesta continua».

Quanto le è dispiaciuto aver dovuto rinunciare alla corsa per le Olimpiadi del 2020 con Roma?

«Durante un viaggio in Polonia lo scorso giugno con il premier Mario Monti, che a febbraio aveva detto no, ho capito. All’inizio ero amareggiato ma la situazione del Paese era difficile. Me ne sono fatto una ragione».