Giorgio Perinetti, romano, 67 anni, dg del Genoa, un passato con Roma, Napoli, Palermo, Juventus, Como, Siena, Bari e Venezia, è stato intervistato da Mimmo Ferretti per il Messaggero. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:
rassegna stampa
Perinetti: “Il mio mercato vecchie maniere”
Dalla cessione di Ancelotti all’acquisto di Cerezo i ricordi dell’ex ds romanista. "Prima viaggi, incontri e strette di mano, oggi soltanto trattative con il telefonino"
"Ho cominciato a fare mercato a ventisette anni, con la Roma del presidente Anzalone. C'era Moggi direttore sportivo, io ero uno dei suoi giovani collaboratori".
Altri tempi, altro mercato...
"Stiamo parlando di anni in cui il massimo della tecnologia era un telex. Manco il fax c'era... Oggi con internet, telefonini e email è una passeggiata di salute".
Meglio prima o adesso?
"Prima era tutto più romantico... Bastava una stretta di mano per chiudere l'affare e chi sgarrava, chi non manteneva la parola veniva estromesso dal giro!".
Ma il mercato chi lo comanda: presidenti, diesse o agenti dei calciatori?
"I presidenti hanno sempre l'ultima parola, ma oggi si è trovato un giusto equilibrio tra le tre componenti rispetto al passato".
Che era squilibrato verso?
"Verso gli agenti dei calciatori".
Il posto più strano dove ha fatto una trattativa?
"Per le cessione di Ancelotti al Milan ci incontrammo con Galliani a Roma, chiudemmo la trattativa e decidemmo di andare a cena. Ci penso io, conosco un posto all'aperto, un giardino tranquillo e sconosciuto ai giornalisti. E poi è buio, disse Galliani. Con me c'erano Previdi e Ettore Viola, andammo, cominciammo a mangiare ma dopo una decina di minuti ecco spuntare da dietro le siepi le teste di uno, due, tre, quattro e più giornalisti. Addio segreto...".
E il bluff su Cerezo?
"La Roma aveva appena vinto lo scudetto dell'83 con Prohaska, ma durante l'ultimo torello dell'anno al Tre Fontane l'austriaco tirò involontariamente una pallonata in faccia a Liedholm. Il Barone, su indicazione del mago Maggi, questo è uno che si porta dietro tanta negatività, decise di cacciarlo e così cominciammo in gran segreto la trattativa con l'Atletico Mineiro per Cerezo. Dopo settimane non avevamo ancora in mano niente di concreto, ma io bluffando andai in Lega a Milano e depositai fogli di carta senza alcun valore. Fuori dagli uffici una marea di giornalisti. Visto che hai depositato il contratto, dicci chi è il nuovo straniero della Roma?. Io, che non potevo farmi scoprire, risposi: dirà tutto stasera il presidente Viola a Roma alla festa scudetto a Villa Rosa. Ovviamente la sera Viola non disse niente, la pressione della stampa calò e nel giro di poche settimane Cerezo arrivò a Roma".
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