rassegna stampa

Pellegrini, Berrettini, Marziale: è una settimana da romani

Anche Frattesi, Scamacca e Tumminello, protagonisti con l'Under sono "nati" a Trigoria

Redazione

In questi giorni l'onore è senza pariper Roma e per il suo sport e i suoi sportivi, scrive Piero Mei su Il Messaggero. È di poco fa nei giorni la prestazione azzurra di Lorenzo Pellegrini, che potrebbe essere il De Rossi di Totti nei confronti di Capitan Florenzi, non nel ruolo s'intende (le qualità sono un'altra incognita), un Capitan Postfuturo.

Sono di ieri l'altro quelle di Davide Frattesi e Gianluca Scamacca, anche loro nati a Roma e fioriti a Trigoria che hanno segnato tre (due Frattesi) dei quattro gol con cui l'Italia under 21 del momento ha sconfitto la Moldavia che non sarà come battere la Spagna, ma è sempre un bel vedere. Il quarto gol, per inciso, l'ha segnato un altro fiore di Trigoria, nato in Sicilia, Tumminello.

Dell'altra notte, poi, è stato il match che ci ha tenuto svegli fino all'alba, o almeno a notte fonda per il primo set alla pari, per il secondo quasi, di Matteo Berrettini agli Us Open contro Nadal. Matteo è romano anche lui. Lo è quasi, infine, e qui ci si rifà all'onore e al cavallo, Luca Marziani, che è nativo civitonico, come si chiamano gli abitanti di Civita Castellana, dove la provincia romana diventa viterbese, ma è agonisticamente cresciuto alla Farnesina, alla Società Ippica Romana, una delle più gloriose società sportive della Capitale (i D'Inzeo, per dire).  Ieri è stato protagonista di una spettacolare gara, andando al barrage riservato a quattro soli concorrenti nel Gran Premio del concorso ippico che si sta disputando allo Stadio dei Marmi.

Roma si dimostra così, ancora una volta, il teatro preferito dello sport italiano. E ne alleva i protagonisti. Ha una nursery che tutto il mondo ci invidia: il Foro Italico. È diventato davvero un santuario, un luogo da proteggere come il Colosseo, e da utilizzare come il Coni ha fatto in questi ultimi anni. Bastava vedere, proprio in questi giorni, l'abbinata fra il beach volley e l'equitazione che si svolgevano lì, discipline differentissime per mentalità tradizione e stile di vita, ma entrambe condotte all'eccellenza. E duole il dente olimpico. E poi quei campioni in vista. In bella vista.