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Il Messaggero

Paulo e Lorenzo, i grandi assenti dal futuro incerto

Redazione
I due sono anche, almeno per contratto, quelli che il club ritiene i più bravi, perché i più pagati: il loro costo si aggira sui 25 milioni all'anno, quasi un quarto dell'intero monte ingaggi

C'è una voglia e un'attesa di Roma che non si vedeva da anni. È l'effetto Gasperini, che poi è la conseguenza dell'effetto-Ranieri. In questo fragore d'interesse sono avvolte dal silenzio due assenze illustri, anzi le illustrissime per definizione. Ormai parliamo e scriviamo di Roma quasi fingendo che non esistano un certo Paulo Dybala e un certo Lorenzo Pellegrini, forse perché ci si è abituati tanto alla loro non-presenza da averla accettata sotto pelle. Del resto mancano da mesi, e anche se sono (sarebbero?) i due più bravi, in loro contumacia la Roma di Ranieri ha pure sfiorato la Champions. Di Dybala, si sa che si allena a parte, dopo un'apparizione nella prima uscita estiva: non è ancora a posto, si gestisce, si centellina, uno strazio, poi magari rispunterà. Di Pellegrini, che si sta curando e infatti è rimasto in Italia, l'altro giorno c'erano sue foto con la famiglia in un'escursione in montagna. Lo scrive Andrea Sorrentino su Il Messaggero. Gasperini, quando parla della squadra, non fa mai riferimento alla dolorosa assenza dei due, come se non ne sentisse la mancanza o si sia già abituato a considerarla acclarata; né si tratta di giocatori "gasperiniani" sul piano dell'intensità atletica. I due sono anche, almeno per contratto, quelli che il club ritiene i più bravi, perché i più pagati: il loro costo si aggira sui 25 milioni all'anno, quasi un quarto dell'intero monte ingaggi. Eppure, pochi giorni fa Gasperini ha ribadito che si attende dal mercato attaccanti forti, che spostino i destini. A vederle da qui, sembrano proprio prove generali di addio. A meno che, si vagheggia, all'improvviso non tornino il vero Dybala e il vero Pellegrini, la Roma galopperà con loro, happy end e dissolvenza finale sui giallorossi in tripudio. Ma forse è una sceneggiatura troppo ottimista, o solo una speranza di fede.