rassegna stampa

Patrik, tutto il bello dell’addormentato

LaPresse

Schick deve ambire di giocare al posto di Dzeko o di chiunque ci sia dalla trequarti in su, ma serve il carattere, la rabbia e un pizzico di cattiveria

Redazione

Ma quanto ha fatto discutere quel 3 in pagella dopo Fiorentina-Roma? Ha fatto discutere perché 3 è un brutto voto e perché le pagelle fanno discutere in generale, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Quel voto a Schick era una presa di posizione non contro la prestazione ma contro l’atteggiamento, che per noi era non era quello corretto: un ragazzo pieno di qualità tecniche ma in campo al Franchi con passo moscio e sonnolento. Addormentato. La Roma a Firenze doveva vincere, in una ventina di minuti Patrik poteva dare una grossa mano, invece zero. Svogliato, inconcludente.

Ora il gol di ieri può aiutare, deve aiutarlo. Ma lui capisca che l’ambizione non deve essere giocare venticinque minuti anziché venti, tredici e non dieci: l’obiettivo è il posto di Dzeko o di chiunque ci sia dalla trequarti in su. A quello deve ambire, se ne ha la forza, il coraggio, il carattere. Perché le doti ci sono, lo abbiamo capito.

E’ il bello dell’addormentato: l’imprevedibile. Dzeko è risorto anche grazie a Spalletti, che lo ha spinto a essere più cattivo, meno molle. Ieri Schick ha giocato titolare, non ha avuto tante occasioni per mettersi in mostra, però una l’ha sfruttata. E vivaddio. Basterà? Ce lo auguriamo, lui dice di sì.