Ad oggi i calciatori nuovi della Roma che si aggregheranno alla squadra sono Gerson, Alisson e Mario Rui, ma qualcosa andrà fatto prima della partenza per il ritiro di Pinzolo.
rassegna stampa
Pallotta: “Fateci lavorare. Questa Roma è già forte”
Spalletti: "Noi abbiamo bisogno di mettere a posto la difesa, come sa Sabatini, perché sono partiti tre titolari su quattro"
Secondo Pallotta la squadra è competitiva. Il presidente americano, pur vivendo a migliaia di chilometri di distanza, si è reso conto che il disfattismo che in queste ore si sta propagando in città non fa bene alla sua Roma: «Stiamo lavorando per aggiungere organico, anche se abbiamo già una squadra molto buona ed un ottimo staff sia tecnico che atletico» ha spiegato Pallotta contattato da Il Messaggero come scrive sul quotidiano Gianluca Lengua.
Nonostante le rassicurazioni di rito, però, trapela una certa preoccupazione per il reparto difensivo. A darne evidenza è Luciano Spalletti: «Noi abbiamo bisogno di mettere a posto la difesa, come sa Sabatini, perché sono partiti tre titolari su quattro» ha detto il tecnico a Roma Radio.
Un pensiero avallato dallo stesso Pallotta che, in maniera sicuramente più soft, lancia un segnale d’allarme a chi in queste ore si sta occupando di mercato: «Abbiamo una buona squadra e dobbiamo solo rinforzare la difesa. Ricordiamoci che siamo stati imbattuti nelle ultime 17 partite» le parole del presidente.
È ufficiale, dunque, che la difesa è al centro dei pensieri di un Sabatini in apprensione, chiamato a completare (o comunque delineare) il reparto prima della partenza per gli Stati Uniti. Il centrocampo e l’attacco? Di quelli Luciano Spalletti non ne ha parlato, ma anche in questo caso potrebbe essere d’accordo con Pallotta: «Strootman è tornato e abbiamo acquistato Gerson già dallo scorso anno. Se Dzeko deve segnare di più? La squadra ha realizzato molti gol la scorsa stagione e a volte Perotti gioca come falso nueve al suo posto. Inoltre abbiamo dei ragazzi giovani come Sadiq e Ponce che potrebbero essere già pronti», conclude il presidente.
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