(Il Messaggero - U.Trani) - Dani Osvaldo vuole prendersi il derby, visto che in carriera, qui a Roma e anche a Barcellona, non l’ha mai vinto, accontentandosi di quelli in B a Baires con l’Hurricane. Smania, dunque, di viverlo finalmente da protagonista. Perché l’ultimo, quello del 4 marzo, lo saltò per squalifica: era stato espulso a Bergamo e quel giorno, non solo perse la sfida con la Lazio, ma anche l’Europeo in Polonia e Ucraina, perché per Prandelli il codice etico viene prima di ogni altra cosa (solo per Balotelli ha fatto un’eccezione). Perché anche per il prossimo, domenica pomeriggio all’Olimpico, è stato fino a ieri mattina a rischio per colpa di una caviglia dolorante. L’allarme, però, è già rientrato.
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Osvaldo sfida il tabu
(Il Messaggero – U.Trani) – Dani Osvaldo vuole prendersi il derby, visto che in carriera, qui a Roma e anche a Barcellona, non l’ha mai vinto, accontentandosi di quelli in B a Baires con l’Hurricane.
L’italoargentino era preoccupato, ma mai ha pensato di non farcela. La sua generosità è fuori discussione: si mette sempre a disposizione, pure quando non si sente fisicamente al meglio. Se lo ha fatto con il Palermo, figuriamoci se potrebbe rinunciare al derby. Con lo stesso problema, dovuto ad uno scontro con Goicoechea nell’allenamento di venerdì scorso, si è presentato in campo già domenica scorsa, senza stare a pensare al dolore. Munoz lo è andato a colpire di nuovo sul piede destro, subito dopo l’1 a 0 di Totti: l’avversario era da rosso, ma l’arbitro De Marco e i suoi collaboratori hanno ignorato l’intervento e nemmeno concesso la punizione alla Roma. Osvaldo, però, non si è spaventato e ha anche fatto subito gol, il sesto in campionato. Ha finito la partita, anche se è tornato a casa con la caviglia gonfia che lo ha tenuto in ansia nei primi due giorni della settimana.
Zeman, avendo Destro squalificato, lo ha lasciato fuori dall’allenamento di ieri mattina. Meglio valutare l’entità dell’infortunio di Dani: il controllo strumentale a cui si è sottoposto al Campus Biomedico di Trigoria ha dato esito negativo. Semplice contusione e via libera per lavorare nel pomeriggio con i compagni. Nell’addestramento tattico, eccolo lì al suo posto, da centravanti, con Totti alla sua sinistra e Lopez alla sua destra, l’uruguaiano provato al posto di Lamela, anche perché è l’unica alternativa davanti per la gara contro la Lazio.
Il suo primo e unico derby a Roma, il 16 ottobre 2011, è andato male. Eppure Osvaldo era stato svelto a calarsi nella parte. Gli bastarono cinque minuti per segnare la sua prima rete ai biancocelesti. E per mostrare la t-shirt in onore dell’amico Totti, con la scritta vi ho purgato anch’io per ricordare quella del ’99 che il capitano mostrò ai rivali di sempre. La gara, dopo l’inizio da ricordare, finì nel peggiore dei modi. Klose diventò il match winner, nella ripresa e a fine recupero: con quella rete il tedesco aiutò Reja in difficoltà e interruppe la serie negativa della Lazio, sconfitta per cinque volte di fila dai giallorossi. La t-shirt ebbe l’effetto boomerang: gli sfottò dei tifosi avversari e i rimproveri di Baldini e Luis Enrique.
Dani, nella sua esperienza di un anno e mezzo in Spagna, aveva giocato altri tre derby con la maglia dell’Espanyol. Senza conquistare nemmeno un successo, due persi e uno pareggiato, anche perché di fronte aveva il Barcellona di Guardiola. Pensando alla sfida contro la Lazio dell’anno scorso e a quella del 18 dicembre del 2010, il centravanti giallorosso potrebbe ricordarsi di una strana coincidenza: quando ha segnato, ha anche perso. A Roma e a Barcellona, dove fermò momentaneamente l’esibizione dei blaugrana in un pesantissimo 5 a 1. Ma questa è un’altra storia. E sembra pure un’altra stagione. Già 9 gol, 6 con la Roma e 3 con l’Italia, e soprattutto Zeman che per un attaccante, lo ha detto lo stesso italoargentino, è il massimo. Si incontrarono a Lecce e Dani si adattò pure da ala destra. «Qui, però, posso giocare nel mio ruolo» ha chiarito ultimamente. Il feeling con il tecnico di Praga, a parte la punizione per la gara con l’Atalanta, è sempre lo stesso. «Forza della natura e giocatore con maggior classe dopo Totti» gli elogi più sfacciati del boemo. Ma anche quelle caratteristiche di punta che lavora per la squadra. Proprio la generosità che lo sta accompagnando al nuovo derby.
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