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Il Messaggero

Dovbyk osservato speciale

Redazione
Dovbyk arriva da una stagione dove ha segnato 17 gol senza però convincere. Le prossime amichevoli saranno indicative per valutare il feeling con Gasperini

Non sarà certo l' amichevole contro il Pomezia o molto più probabilmente da quella di sabato contro il Kaiserslautern o dal match contro il Lens prima della partenza per il ritiro di Burton Upon Trent che si capirà a che punto è il feeling di Dovbyk con Gasperini, come gestirà la rivalita con l'ultimo arrivato Ferguson e ancor di più qualcosa sul suo futuro, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Detto ciò, molto della Roma del prossimo anno ad oggi ruota attorno a Artem. Perché con Gasp è il centravanti che fa la differenza. Dubbiosi? Senza andare a scomodare Borriello, Milito e compagnia, negli ultimi 6 anni questo è il resoconto stagionale dei numeri 9 allenati dal tecnico: Zapata 28, Zapata 19 (più altri 19 Muriel), Muriel 26, Holjund 9 (ma tutti nel girone di ritorno quando Zapata per infortunio ha giocato molto meno), Scamacca 19 (più altri di Lookman 17), Retegui 25 (tutti in A più i "soliti" 15 di Lookman). Ad esser pignoli l'unico passaggio a vuoto è nel 2022-23 con Holjund. Il centravanti per Gasp è come la chiave per una porta chiusa: apre ogni possibilità. Perché deve finalizzare ma partecipare alla manovra, tenere alta la squadra ma ripiegare. La domanda vien da sé: sono le caratteristiche di Dovbyk? In parte sì. Perché a livello di finalizzazione l'ucraino - che si è preso il numero 9 di maglia - ha pochi eguali. Di certo non vanno dimenticate le difficoltà incontrate, dai tre cambi di allenatore al nuovo campionato, senza dimenticare la guerra in Ucraina, dove vive la sua famiglia e un problema alle ginocchia che nemmeno i fattori di crescita hanno risolto completamente.

Pagato 30,5 milioni più bonus, oggi a bilancio figura a 24,4 milioni. Senza girarci troppo intorno: è un calciatore difficile da vendere. E non è un caso che finora al di là di un timido sondaggio del Betis nessuno abbia bussato alla porta di Massara. Per questo motivo, gioco-forza la Roma e Gasp devono puntarci. O almeno provarci. L'arrivo di Ferguson però è un campanello per il timido Artem. Della serie: non possiamo aspettarti. Ferguson chiaramente va valutato, aspettato dopo il lungo infortunio ma il club e Gasp ci credono. Anche perché sembra avere quelle caratteristiche tecnico-tattiche che più si sposano con il nuovo gioco. Per questo motivo anche le amichevoli che attendono la Roma prima della partenza per l'Inghilterra (allo studio ce n'è un'altra il 16 agosto a Frosinone contro una squadra araba) possono/devono regalare un segnale. Se Dovbyk c'è, meglio che batta un colpo. Altrimenti lo scenario potrebbe cambiare.