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Orgoglio Mou: “Non sono io il problema”

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Con il Frosinone conta solo vincere e José va al contrattacco: "Ho rifiutato l'offerta più pazza della storia per restare. Fino al 30 giugno sarò qui, solo i Friedkin possono dirmi che è finita"
Redazione

È uscito allo scoperto. Nel momento più difficile. Perché di Mourinho si può dire tutto meno che "rappresenti un problema. Non lo accetto. In estate ho ricevuto la più grande, importante e pazza offerta di lavoro (60 milioni di ingaggio dall'Al Nassr e dall'Al-Ahli, ndr) che un allenatore abbia mai ricevuto nella storia del calcio. L'ho rifiutata perché avevo dato la parola a Budapest che sarei rimasto ai miei ragazzi, ai miei tifosi e a mister Friedkin. Adesso sembra che io sia un problema. Non è vero, io non sono un problema". José prova a fare quadrato. Lo fa in modo intelligente, consapevole del momento difficile che stanno vivendo lui e la squadra, lasciando la scelta di sostenere o contestare la Roma ai tifosi: "Dovremo avere il coraggio di entrare in campo e accettare qualsiasi reazione, che sia di supporto o una manifestazione di scontento. Non ho paura di sentire i fischi di tutto lo stadio, se mi vogliono trovare mi trovano a Trigoria". Come scrive Stefano Carina su 'Il Messaggero', ritorna l'immagine preferita, quella di lui e i suoi ragazzi, un blocco unico che nessuno all’esterno può scalfire:"Non è una cosa che senti sempre, ma questi ragazzi sono miei amici e io sono amico loro, siamo un bel gruppo. Con loro non mi sono maisentitosolo. Adesso ho deciso io di isolarmi per trovare le soluzioni".

Un feeling tale che presuppone un futuro insieme. Così quando gli viene chiesto se firmerebbe il rinnovo, la vecchia volpe di José lancia l'amo (ai Friedkin) con un giro di parole senza però esporsi più di tanto: "Se rinnoverei ora? È una situazione ipotetica, non posso rispondere. Quello che posso dire è che tre mesi fa c'era quasi un dramma a pensare che potessi andare via. lo mi sono impegnato e fino al 30 giugno 2024, sarò qui a lottare ogni giorno per i giocatori, per la società e per i tifosi. Solo una persona mi può dire che è finito tutto prima ed è Dan Friedkin". Un capolavoro dialettico.

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