Tutti avrebbero voluto subito sapere di più da Garcia. Non solo i tifosi giallorossi. Anche i dirigenti che gli sono accanto quotidianamente e forse qualche idea sull’uscita del francese, dopo la vittoria contro l’Aek, se la sono fatta. «Mi preoccupa più il mercato della Fiorentina».
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Obbligatorio evitare altri ritardi
Sabatini e Baldissoni si sono dati appuntamento a Trigoria per intervenire in fretta e riportare la serenità nello spogliatoio.
Di sicuro Rudi, con il suo intervento così diretto e puntuale, ha fatto centro. Perché Baldissoni, rientrato nella notte da Atene con la squadra, e Sabatini, di ritorno dal vertice di Forte dei Marmi con Galliani, si sono dati appuntamento a Trigoria per intervenire in fretta e riportare la serenità nello spogliatoio.
Soprattutto nell’ufficio del tecnico. Il lungo summit tra direttore generale e direttore sportivo ha generato la fumata bianca: via Benatia e dentro Manolas. Bisogna solo aspettare l’ufficialità. E il nazionale greco, a meno di imprevisti, sarà titolare già sabato sera.
Garcia, dunque, può dirsi soddisfatto. È stato accontentato. Con un leggero ritardo sulla richiesta iniziale. Rudi, avendo capito che Benatia non sarebbe rimasto, era stato chiaro con Sabatini a fine luglio. Avrebbe voluto allenare per un paio di settimane la squadra al completo. Almeno a grandi linee. Nel breve ritiro in Austria o comunque dopo Ferragosto. Non è stato possibile e di qui la frase di Atene. Un appello più che una lamentela. Per questo negli ultimi giorni il francese era nervoso. Mai lo era stato durante la sua prima stagione a Trigoria. Come Pallotta e Sabatini, anche lui vuole giocare per lo scudetto. Ma al tempo stesso conoscere gli uomini su cui puntare. Sistemare la difesa in mezzo, con l’acquisto di un titolare, per lui è fondamentale. Ma chissà se gli basta Manolas. Se davanti non è da escludere l’arrivo di un’altra punta al fotofinish, dietro serve ancora uno sforzo. Un altro centrale. O meglio ancora un jolly. Uno che sappia giocare pure sulle due fasce. Uno migliore di Cole ed Emanuelson a sinistra. Perché se Iturbe, pagato tra cartellino e commissioni quasi 30 milioni, comincia a fare la differenza non c’è da stupirsi. E’ il prezzo a farla. I due esterni mancini sono arrivati a costo zero. E la qualità si paga.
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