Dalle parti di Steven Nzonzi passerà Papu Gomez, che è piccolo e agile, effervescente. E la sfida si farebbe dura per il francese, centonovantasei centimetri, settantacinque chili e passo tremendamente compassato, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.
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Nzonzi-Gomez, il duello è in centro
Di Francesco è contento di riavere il francese a disposizione. Specie da quando non ha De Rossi, Eusebio a Nzonzi non rinuncia mai: è l'unico regista
Di Francesco, intanto, è contento di riavere il francese a disposizione. Specie da quando non ha De Rossi, Eusebio a Nzonzi non rinuncia mai: è l'unico regista, Cristante sta solo ora imparando a farlo. Non è un fulmine, non uno scattista, nemmeno uno straripante incontrista. Lui è dove andrà il pallone, legge le azioni, le anticipa, e poi ha il fisico. Lo ha detto anche Eusebio: «Servirà la sua fisicità». Ecco.
Nzonzi ha giocato quattordici presenze consecutive da titolare. Con prestazioni alterne, non sempre brillantissime, non sempre indimenticabili. È il classico giocatore del quale non si innamora la gente ma l'allenatore (Deschamps forse un po' meno). L'elemento, insomma, buono per i così detti intenditori. Perché, si dice, fa un lavoro oscuro. In effetti è un gestore della palla (una sessantina di passaggi a partita, l'88,8 per cento sono a buon fine). Segna pochi gol, fino a ora uno solo, a Empoli. Di assist non se ne parla proprio: zero. Vince i duelli di testa e sa dare o rallentare il ritmo. Quello che servirà alla Roma. Oggi più che mai.
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