rassegna stampa

Non sparate sul giochista

LaPresse

La Roma si presenta al derby incompleta e anche vulnerabile. Ma il problema non è in panchina, Petrachi deve accontentare Fonseca

Redazione

C’è il derby, non la Roma. Che, come si è visto domenica sera all’Olimpico, se non è pronta per il Genoa, figuriamoci per la Lazio. Va corretta in fretta da Petrachi, cioè da chi è stato scelto per scegliere gli interpreti per migliorare la rosa dell’ultima stagione triste e deludente. La priorità, dopo la prima sbandata in campionato, non è in panchina, ma in campo. Fonseca ha il suo stile di gioco: calcio offensivo, dominante e anche spericolato. Non è, dunque, lui che deve cambiare. Sono gli interpreti che, come è già successo nel recente passato, non vanno bene per il suo 4-2-3-1, scrive Ugo Trani su Il Messaggero.

Adesso vanno accolti i titolari. Almeno un paio. In mezzo alla difesa, cioè il sostituto di Manolas. L’esterno alto a sinistra, cioè la fotocopia di El Shaarawy, acquisto che diventa più urgente per il lungo stop di Perotti. Fonseca si è limitato a pretendere il centrale "esperto e veloce" con cui sistemare il reparto arretrato. Ancora lo aspetta. L’aria che tira, nella settimana del derby, è di spingere anche Fonseca alla virata. Solo perché la Lazio, con più qualità, tatticamente somiglia al Genoa. Zaniolo non sta bene, Perotti è out e Kluivert ancora altalenante. Possibile l’ingresso di Zappacosta, da terzino destro, e l’avanzamento di Florenzi, da esterno offensivo sinistro.