La Roma si riscopre operaia. Un volto nuovo, dei tanti, che nel 2017 Spalletti ha saputo regalare al gruppo, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Un gol al Genoa, un altro all’Udinese, un altro ancora al Cagliari. Tre reti per nove punti. Paradosso vuole che l’unica volta che ne ha segnati due, a Genova, la Roma ha perso la partita. In questa stagione è già accaduto nove volte che la Roma non ha preso gol, e diventano dodici considerando le coppe.
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Nella fiera del gol l’attacco è in Salah d’attesa
Un gol al Genoa, un altro all’Udinese, un altro ancora al Cagliari. Tre reti per nove punti
La rimonta al secondo posto, poi vana, dello scorso anno corse invece sul binario del gol. Quarantasette in 18 partite: 2,6 a gara. Il problema in quel caso furono le reti subite: 18, una ogni 90 minuti. Un po’ quanto accaduto nella prima parte di questa stagione, quando a fronte di un attacco che girava a mille (33 centri in 14 gare, sino al derby, dove avviene la trasformazione tattica con Peres alto al posto di Salah infortunato), c’era una difesa che faceva acqua (16).
Cosa accadrà ora con il ritorno dell’egiziano, disponibile già per la trasferta di Crotone? Perché è inutile girarci intorno, l’ago della bilancia è lui. Ad ammetterlo, indirettamente, è stato proprio Spalletti in due post-gara con Inter e Pescara: «Momo deve essere più efficace in fase offensiva, anche perché se non capitalizza quello che i suoi strappi gli permettono di costruire, poi la squadra va in affanno, visto che lui non dà molto nei ripiegamenti. Se fa come a Napoli va bene, altrimenti deve essere più incisivo visto che poi manca un uomo sotto palla. E si va in difficoltà».
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