rassegna stampa

Natale in casa Fonseca

LaPresse

Storia di una Roma trasformata in dodici mesi: dalle macerie alla resurrezione nel nome di Paulo

Redazione

Un anno dopo, è tutto diverso, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.  E non si tratta soltanto di avere undici punti in più rispetto alla passata stagione (con il Cagliari + 12, Inter + 9 e Lazio + 8 è la squadra che ha fatto meglio rispetto a dodici mesi fa), è tutto diverso nell'aria, nelle prospettive, nelle ambizioni per il futuro, non solo prossimo.

Era la notte di De Rossi in panchina per dare un sostegno a Di Francesco, tecnico capace ma che in quella fase aveva perso il controllo, e il suo addio era sempre rimandato. Anche se Eusebio qualcosa, alla fine, ha lasciato, seppur dopo un'annata terribile: Pellegrini trequartista e Zaniolo esterno, tanto per fare due esempi facili facili.

Era il periodo della sconfitta di Torino con la Juventus, ok un classico, ma pure di qualche alzata di testa con Sassuolo e Parma, prima della crisi finale da gennaio in poi (vittorie sofferte, mai convincenti e sconfitte amare, vedi il derby con la Lazio e l'eliminazione dal Porto, per non parlare del 7-1 di Firenze), che ha portato il tecnico all'esonero (e dopo poco è arrivato l'addio pure di Monchi).

La Roma oggi è una squadra solida, padrona del suo destino. E' una squadra, appunto. Che ancora non abbiamo visto a pieno organico: mancano all'appello Kluivert e Cristante, buoni per il 2020. Fonseca è l'artefice - con il ds Petrachi e la nuova area dirigenziale capitanata da Fienga - di questa nuova èra, cominciata con poco entusiasmo.

Fonseca è stato bravo a cambiare rotta, proponendo non più il suo calcio scriteriato. La Roma incassa pochi gol (17, negli ultimi due mesi, la migliore difesa del campionato) e ne segna (33). Ha una posizione solida in classifica, è quarta a più 4 dall'Atalanta. Le priorità ora sono: togliere la clausola a Pellegrini, acquistare Smalling e mettersi nelle condizioni di non lasciarsi scappare Zaniolo.

Fonseca ha fatto tutto quello che gli era stato chiesto, guadagnandosi una promozione di fine anno, gli manca di recuperare a pieno Under e Florenzi, come ha fatto con Dzeko. La ripresa dei lavori prevede - per chiudere il girone di andata - la sfida con il Torino (il 5 gennaio) e quella con la Juve (il 12 gennaio). Dopo le due sfide, nel ritorno, con Genoa (a Marassi) e Lazio, si potranno tirare le somme.