Che le squadre di Spalletti producano sempre un calcio offensivo, quindi tanti gol (in Italia, va detto, quasi mai portano alla vittoria se non hai una fase difensiva equilibrata) non lo scopriamo certo oggi, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. «Non è importate chi fa gol, è importante che si faccia gol» una frase, griffata Lucio, datata 2005, che va bene anche oggi.
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Nata per segnare
Una delle caratteristiche della Roma di oggi è la bellezza del calcio offensivo e la sua produttività. Con o senza bomber di riferimento
Segnava tanto la sua prima Roma, segna molto questa e, secondo l'allenatore toscano, potrebbe anche segnare di più. Ad esempio Dzeko che è il miglior tiratore d'Europa con 49 conclusioni verso la porta, di reti ne ha realizzate solo 8 in nove partite. La sua prima esperienza a Roma (2005/2009) ha fatto registrare queste cifre: 224 partite giocate (coppe comprese) 121 vittorie 53 pareggi e 50 sconfitte con 423 gol segnati e 273 incassati, 416 punti totali, 1,86 a partita, con 1,88 media gol a gara. Nelle 35 giocate da gennaio scorso (32 reti segnate in 14 gare stagionali, 23 in campionato come nel 2013 e due in meno del campionato 60-61), siamo a 21 vittorie, 8 pareggi e 6 sconfitte, 79 reti realizzate, 42 subite, per 71 punti complessivi, 2,03 a partita, con la media di 2,25 reti per gara. Poi all'interno di queste partite, ci sono delle microstorie meno positive, vedi le rimonte subite, certe sconfitte molto pesanti e così via. Ma il dato comune è la bellezza del calcio offensivo e la sua produttività. Con o senza bomber di riferimento. Il riferimento deve essere la porta, per tutti. Anche se quest'anno la porta la centrano non tutti, ma solo alcuni.
Nella vecchia Roma di Spalletti alla fine segnavano tutti, qui fanno molto gli attaccanti. Anche l'altra sera, ad esempio, a parte Paredes, sono andati in rete Salah, Dzeko ed El Shaarawy.
Ma l'esclusiva del gol nel reparto offensivo fa riflettere Spalletti sul rendimento degli altri. Per adesso, ad esempio, mancano le reti di Nainggolan che, in otto presenze in campionato e tredici complessive, non ha segnato ancora un gol, realizzato solo un assist, stesso dicasi per Florenzi, che ha messo segno una rete solo in Europa League. A quota uno anche Strootman, a mezzo Manolas. Spalletti pensa: se finisce la vena degli attaccanti, cosa si fa? Per adesso si gode l'ispirazione di Salah e Dzeko, che si scambiano gol e assist, mostrando di non essere egoisti.
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