Il coro si è levato quasi unanime. Per l’ennesima volta, dopo i disastri combinati da Gianluca Rocchi (che sarà fermato) in Juventus-Roma. Il calcio italiano e la tecnologia non possono più viaggiare separati, perché le logiche che fanno blocco all’introduzione dei mezzi elettronici non sono più condivisibili. Ieri, il presidente degli arbitri italiani, Marcello Nicchi, ha rispettato il silenzio (evitata per pudore, forse, la solita difesa d’ufficio mattutina in radio) ma anche dall’Aia si comincia a cedere all’idea che un aiuto tecnologico agli arbitri sia più che necessario, visto il livello piuttosto basso della loro preparazione, sia tecnica che caratteriale. Per arrivare prima all’epocale cambiamento da parte dell’International Board (Ifab), l’organismo supremo che decide sulle regole del calcio, il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, ieri ha preso posizione, annunciando un intervento ufficiale: «Chiederò alla Fifa di accelerare per l'introduzione della tecnologia», ha spiegato il numero uno di via Allegri, lanciando un chiaro monito agli stessi arbitri affinchè cambino regime perché “se non si è in grado di gestire le partite, tanto vale mettere un tutor”.
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Moviola in campo: si muove la Figc
Il calcio italiano e la tecnologia non possono più viaggiare separati, perché le logiche che fanno blocco all’introduzione dei mezzi elettronici non sono più condivisibili.
ESEMPIO MONDIALE
E non si parla del ”Goal Technology” visto in azione all’ultimo Mondiale. Ma di una vera moviola a bordo campo, o in una cabina di regia in tribuna, che sia di supporto all’arbitro per decidere in altri casi, come quelli dei calci di rigore o dei fuorigioco difficili da vedere. Un aiuto che in altri sport è già stato introdotto. Nel rugby, per esempio, esiste il Tmo, con il quarto uomo alla moviola che inizialmente interveniva solo per decidere su mete controverse, ma che ora ha ampliato il proprio raggio d'azione, sia pure creando un eccessivo spezzettamento delle partite.
Un rischio che nel calcio Blatter avrebbe già scongiurato, perchè, secondo quanto detto all’ultimo mondiale, in caso di introduzione dell’utilizzo del dispositivo elettronico a supporto dell’arbitro (osteggiato invece da Plaitini) l’uso sarebbe concesso soltanto su richiesta e non più di un paio di volte per panchina. «Dovremmo dare un nuovo aiuto agli arbitri - aveva spiegato il presidente della Fifa - fornendo agli allenatori il cosiddetto “challenge call”, due volte per tempo, quando la palla è ferma». Un sistema simile a quanto come avviene nel tennis, dove ogni giocatore può richiedere l’intervento dell’occhio di falco non più di tre volte a set.
STRAMA SI ACCODA
La moviola in campo, domenica l’avevano invocata, a modo loro, sia Rudi Garcia che Francesco Totti, ai quali ieri si è accodato Andrea Stramaccioni, che domenica pomeriggio si è visto negare il successo da una decisione sbagliata dell’arbitro Mariani. Da qui il passo ufficiale, con l’invio dopo il prossimo consiglio federale, di una richiesta formale alla Fifa, offrendo anche la disponibilità a sperimentare in alcune gare del calcio italiano la nuova tecnologia. Il presidente federale, che ha incontrato Blatter a Zurigo cinque giorni fa, ne ha già parlato con lo stesso presidente Fifa, in modo da portare la richiesta all’attenzione della prossima riunione dell’International Board, che si riunirà a fine novembre. Anche se per l’esame ed eventuale approvazione, però, se ne riparlerà nella primavera del 2015.
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