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Il Messaggero

Mourinho si accontenta: “Eravamo troppo stanchi”

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Il tecnico: "Una squadra che si prepara per una partita e una che viene da un match infrasettimanale hanno differenze al livello di intensità"

Redazione

José Mourinho è visibilmente amareggiato e deluso, una vittoria con l’Udinese avrebbe potuto decretare il sorpasso sull’Atalanta (ha una partita un meno). Ma, a differenza del passato, sceglie di percorrere la strada della diplomazia e di non scagliarsi apertamente contro la squadra o i singoli, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. Una decisione frutto del patto tra lui e i calciatori dopo la sfuriata di Milano. È uno Special One soft, che prova a comprendere le problematiche di chi lo circonda, allontanando la gogna mediatica e le polemiche. Lo ha fatto con Zaniolo diffidato e a rischio squalifica per il derby (“Aveva paura di Di Bello“) e con tutta la squadra (“Ha pesato la partita di giovedì giocata su un campo di patate“), anche se ci ha tenuto a sottolineare che l’approccio sarebbe dovuto essere differente (“Bisognava avere uno spirito diverso"). Insomma, un Mourinho paterno che bacchetta (in pubblico) quanto basta i suoi ragazzi, ma senza creare drammi che possano alterare il precario equilibrio trovato da circa un mese: “Pareggiare 1-1 ci dà un punto e la sensazione di otto partite di fila senza sconfitte in campionato".  È consapevole che aver giocato in coppa in un campo ai limiti del praticabile ha comportato inevitabilmente delle conseguenze: “Qualche giocatore ha avuto difficoltà nell’entrare nel ritmo della gara. Una squadra che si prepara per una partita e una che viene da un match infrasettimanale hanno differenze al livello di intensità, concentrazione ed emotività. Anche io sono stanco, io sento la stanchezza dopo la partita, ma qualche mio giocatore l’ha sentita prima della partita e questo atteggiamento non mi è piaciuto. Bisogna crescere“.