Andrea Belotti aveva, e ha, il fisico giusto per stregare il popolo romanista, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Serio, combattente, generoso. E poi, cosa che non guasta, fa gol. Centosei in serie A; il suo biglietto da visita. Voleva la Roma a tutti i costi, dopo aver lasciato il Torino, da capitano, e dopo aver trascorso un'estate senza squadra, scegliendo di aspettare Pinto e Mou, che gli avevano promesso un posto in rosa solo dopo aver ceduto un suo pari ruolo, all'epoca Shomurodov 0 Felix. Alla fine, via ll ghanese ed ecco il Gallo, per fare un favore a se stesso e allo Special, che con lui aveva rinforzato il reparto offensivo. Belotti - nei piani - era l'alter ego ideale di Abraham. Ma qualcosa è andato storto: Belotti non ha reso come ci si aspettava e il suo rinnovo, legato a presenze e ai gol, non è (ancora) diventato automatico: si gioca tutto in questi mesi. Nessuno ha mai contestato la sua voglia, il suo impegno, ha giocato pure con un polso rotto e appena operato. Ma sotto porta è latitante: zero le reti in campionato (non segna in A dal primo maggio scorso, tripletta all'Empoli), solo quattro in totale. Ci sono ancora nove partite di campionato per ribaltare le brutte sensazioni del momento, oggi tocca a lui, approfittando degli stop di Abraham (che spera di essere in panchina già oggi stesso) e Dybala. Andrea guiderà l'attacco contro l'Udinese. La Roma ha bisogno di gol per mantenere la terza posizione da sola in classifica e allungare sulle milanesi.
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Battere l'Udinese per mantenere la terza posizione da sola in classifica e allungare sulle milanesi
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