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Il Messaggero

Mourinho come Capello, ma ora serve una squadra del suo livello

Getty Images

Quello dell'ambiente difficile è una spiegazione troppo facile

Redazione

Vederlo all'opera è il piacere che si pensava. José Mourinho e i suoi allenamenti basati sull'intensità, lunghi 90 minuti come una partita e sempre col pallone, e intanto lavora forte su Zaniolo, lo vuole al centro della Roma e dei suoi pensieri, ma aspetta anche rinforzi, scrive Andrea Sorrentino su Il Messaggero.

E che personalità, che carisma. Era dall'Age d'or di Capello che non c'era un allenatore così.  Ma ora per avvicinarsi alle prime sarà opportuno dotare Mourinho degli adeguati supporti con interventi sul mercato. Ed è difficile pensare che non si voglia o non si possa accontentare un allenatore simile, dopo averlo accolto. Perché almeno avvicinare le gesta di Capello, l'ultimo a vincere uno scudetto alla Roma, è possibile, se si allestisce una squadra di alto livello. Al di là del luogo comune sulla città impossibile per il calcio, se le squadre sono forti si vince eccome, che i tifosi sbuffino o le radio, le vituperate radio, gracchino o no. E quando le cose vanno male è perché i dirigentisbagliano, non perché ci sono la stampa ostile o le radio, che costituiscono invece, col loro ininterrotto flusso di coscienza, di autocoscienza e pure di incoscienza, un fenomeno mediatico e sociologico unico al mondo. Quello dell'ambiente difficile è una spiegazione troppo facile, anche per via di un certo autocompiacimento (oh come siamo difficili noi, che città tosta che siamo, quanto siamo polemici e puntuti), anche nel resto dell'Italia. Ma basta dotarle di allenatori e giocatori bravi, e le romane vincono eccome, o ci vanno vicino. Quindi proviamoci. Tifosi compresi.