Come biglietto da visita ha scelto una citazione di Marco Aurelio: "Nulla viene dal nulla, come nulla ritorna nel nulla". Sembrava il prologo per una presentazione ad effetto, scrive Stefano Carina su Il Messaggero, e invece Mourinho ha optato per il low profile, sobrio e misurato. Se non fosse stato per un paragone ritenuto ardito con Conte rispedito al mittente ("Ci sono degli allenatori nella storia delle società che non devi paragonare con nessuno. Nella Roma accade quando si parla di Liedholm o di Capello. Nell'Inter nessuno può essere paragonato a me o a Herrera") e una stilettata al suo ex club senza mai nominarlo ("È facile vincere e poi magari non avere i soldi per gli stipendi"), la conferenza stampa di ieri sarebbe scivolata via senza sussulti. Anche perché per i «tituli» l'impressione è che bisognerà avere pazienza. "Non è la Roma di Mourinho, ma dei romanisti" dice il tecnico. Se tra tre anni lo Special One si vede "festeggiando qualcosa", il percorso per arrivarci è ancora agli albori: "Noi parliamo di tempo, di progetto. Poteva essere una promessa troppo facile quella di portare un trofeo, la realtà è altra. Voi parlate di titoli, noi di programma sostenibile e di migliorare. Le vittorie arriveranno. Lavorando, ci arriveremo". Anche sul mercato, si sbottona poco - "Non ho parlato con nessuno, ci serve un terzino sinistro" - chiamando in causa il gm Pinto: "Sappiamo di cosa abbiamo bisogno, alla fine avremo una squadra degna di José".
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Il Messaggero
Mou: “Uno di voi”
Il tecnico: "Non è la Roma di Mourinho, ma dei romanisti"
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