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Il Messaggero

Mou-Ibra, due Special in una notte

Mou-Ibra, due Special in una notte - immagine 1

Entrambi un po' più grigi ma sempre determinanti, sempre amici. Domani in ballo tre punti pesanti, per tutti e due

Redazione

Il suo derby, si sa, è con la Juve; ma per un vecchio interista, il Milan è sempre il Milan scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Gli anni all'Inter lo hanno segnato, quel triplete resterà eterno e ancora oggi, lo Special, lo ricorda, esibendo le tre dita a tutti i nemici. Sapere che quello di domani è il Milan di Ibrahimovic, del suo amato Ibra, gli procura un piccolo prurito in più, o forse un lieve brivido emozionale (per dirla alla Mou). Perché lo svedese è stato ed è suo amico. Amico di campo, una colonna a cui si è spesso appoggiato (e viceversa). Dai tempi dell'Inter (con cui ha vinto uno scudetto nel 2009) fino al periodo d'oro, l'ultimo, allo United (Ibra lo ha portato in finale di Europa League ma l'ha dovuta saltare per il grave infortunio al ginocchio). Lo svedese era la sponda per attaccare Guardiola quando si era trasferito al Barcellona: basti ricordare il siparietto a bordocampo durante la mitica semifinale al Camp Nou: Pep parla con Zlatan, disturbato dal diavoletto José. Guardiola era il nemico per uno e per l'altro. Entrambi a loro modo, sono due special, che si accenderanno domani sera all'Olimpico. Mou e Ibra sempre in simbiosi, tranne in quell'estate del 2009 quando, sul più bello, Ibra lo ha tradito con Guardiola, scegliendo il Barcellona dei giganti (non per l'altezza).Estate 2009, la comunicazione arriva dopo un'amichevole dell'Inter a Pasadena. "Vado al Barça: voglio vincere la Champions". E invece la coppa più bella l'ha presa Mou proprio l'hanno successivo, proprio senza Ibra, che a Barcellona litigava con Pep. "Vai a vincere la Coppa? Chissà, magari la vinco io...". Così è stato. Quello l'unico momento di frizione dettato dal tradimento del figlioccio. Mourinho e Ibrahimovic in fondo sono uguali, fanno parte di quelli che parlano in terza persona, quelli che si considerano sempre i migliori (e poi lo sono). Uno contro l'altro, domani: entrambi un po' più grigi ma sempre determinanti, sempre amici. Sono quelli che ti danno la chiave per il successo, che ti fanno credere di poter superare i limiti: Ibra è riuscito a far volare il Milan, Mou sta aprendo le strade a una Roma nuova. Domani in ballo tre punti pesanti, per entrambe. Mourinho per vincere non ha Ibra ma Abraham, che sta pian piano imparando cosa significhi giocare nel campionato italiano, mentre Zlatan ne è un veterano.