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Mou e quell’intesa mai nata con Pinto: “Con lui ho chiuso. L’esonero? Strano”

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Mourinho sentiva la necessità di vincere e di combattere pubblicamente le ingiustizie arbitrali come quella avvenuta ai danni della Roma nella finale di Europa League a Budapest
Redazione

Alla fine sono volati gli stracci tra José Mourinho e Tiago Pinto, nonostante l'ex direttore generale della Roma avesse provato a gettare acqua sul fuoco: "Mi sono sentito morire quando lo hanno esonerato", aveva detto a Sky. Il rapporto tra i due, in verità, era logoro da tempo per via di vedute differenti, metodi di lavori profondamente diversi e piccoli tradimenti che lo Special One non ha mai digerito, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. E ieri, mentre era in Portogallo a sventolare la bandiera a scacchi in Occasione del Moto Gp a Portimao, ha lanciato la prima stoccata: "Le sue interviste non mi interessano. Non perdo tempo né a leggerle né ad ascoltarle. Non ho proprio il minimo interesse. Se lavo rerà di nuovo con me? No, certamente no. In questo caso non è possibile", ha detto ad Abola. Secco, deciso, duro quanto basta per far capire che tra i due non correva per niente buon sangue. Mourinho sentiva la necessità di vincere e di combattere pubblicamente le ingiustizie arbitrali come quella avvenuta ai danni della Roma nella finale di Europa League a Budapest.

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Eppure, non ha avuto riscontro, o comunque è stato lasciato solo nei momenti più duri. Da lì in poi tutto è andato a rotoli: un mercato estivo modesto, se non fosse stato per il presidente Dan Friedkin volato a fine agosto a Londra a prelevare Lukaku. E anche in quel caso Pinto ha cercato di prendersi qualche merito. Il portoghese ci aveva provato tutta l'estate ad ingaggiare l'attaccante, senza però riuscirci. Una trattativa fallita dietro l'altra, lasciando la Roma, nelle prime tre giornate, senza una punta di peso (con il Milan Romelu è entrato al 71' perché appena arrivato): "Difficile capire come un allenatore che raggiunge due finali di fila venga esonerato ed è questa l'unica cosa strana, non la mia partenza da Roma. Il futuro? La mia vita è il calcio, ma ho zero notizie. Non ho un club, sono libero, ma in estate voglio lavorare".

 

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