"Resto con voi, punto". Anzi, no. O ni: "Resto ma merito di più". Prima in campo, poi in sala stampa. Siamo a Budapest. La Roma ha perso, la gente si dispera ma da unico, inimitabile sciamano, Mou si riappropria della scena, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Non come chi è appena uscito sconfitto in una finale, perdendo una volta per tutte l'aurea di invincibile. Ma come chi, in uno slancio di generosità, tende la mano: ai suoi ragazzi, a un popolo, a un club. José torna di colpo ad essere l'oggetto del desiderio, avvicinabile soltanto perché è lui a concedersi. "Sono stanco, ma...", "Lunedì andrò in vacanza, però...", sono segnali che lancia ad un destinatario preciso: i Friedkin. Paradossalmente una vittoria a Budapest lo avrebbe allontanato dalla Roma, vidimandogli il passaporto europeo per una delle big in cerca di un allenatore capace di vincere subito la Champions. Il Siviglia ha posto fine a queste velleità. E allora Roma torna d'attualità. Alle sue condizioni però.
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Mou e Dan: confronto al gelo
José torna di colpo ad essere l'oggetto del desiderio, avvicinabile soltanto perché è lui a concedersi
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